Giochi estivi

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Come molti loro coetanei, i miei due figli, di due e sei anni, hanno una cameretta piena zeppa di giochi. Eppure il loro passatempo preferito è stendere una coperta sospesa fra quattro sedie e costruirsi quello che loro chiamano “la capanna” o “la tana”.

Prendono i loro cuscini dal letto e li stendono per terra assieme agli asciugamani o gli accappatoi, che servono a fare il pavimento della loro capanna. Tutto questo in mezzo al nostro salotto.
Potete immaginare la mia reazione. I cuscini del letto per terra? Il mio stupendo accappatoio di marca calpestato avanti e indietro?

Alla fine mi spazientivo e iniziavo a minacciarli che non avrebbero più visto un solo cartone se quella capanna non fosse stata smantellata al più presto possibile.

I nonni più pazienti invece hanno provveduto a regalare loro una casetta di tela che ora campeggia in centro alla loro stanza. Ma il vizio di costruire una capanna tutta loro non l’hanno perso e la casetta è diventata una specie di dependance. Non solo, ma da qualche giorno c’è stato un contrordine in casa nostra. Abbiamo deciso che le capanne sono lecite. Vorrà dire che federe e accappatoi faranno un giro in lavatrice più spesso.

Il motivo? A convincermi è stato un articolo della celebre psicologa Anna Oliverio Ferraris, apparso su “Tutto Scienze” del 7 giugno scorso.

Titolo: “Una tana per amico” e sotto “Programma in Norvegia per spingere i bimbi a costruire capanne e fortini”. Nell’articolo si dice che i bambini dai tre agli undici anni sviluppano un forte senso del sè e la tana “diventa un luogo simbolico in cui esprimere la loro creatività”.

La psicologa sottolinea il fatto che in quelle tane e capanne i bambini si sentono felici “perfettamente a loro agio; tanto che alcuni psicologi scandinavi, fermamente convinti che quel tipo di esperienza sia cruciale per una sana crescita psicologica, hanno lanciato un SOS per scongiurarne l’estinzione”.

Il governo norvegese – per noi italiani può sembrare fantascienza – ha prontamente raccolto l´Sos e ha avviato un progetto nazionale per ricreare le condizioni favorevoli affinché i bambini riprendano a costruire, capanne, casette, tane e fortini.

E così ho appreso che l’istinto della tana non è una cosa che riguardi solo i miei due maschietti, ma la maggioranza dei bambini. La tana è il luogo dove ci si sente protetti e allo stesso tempo liberi, lontani dai giudizi degli adulti. Uno degli aspetti più importanti del costruirsi una tana spiega la Oliverio Ferraris “è il senso di autonomia e di controllo che deriva dal disporre di uno spazio ‘tutto mio’, da condividere con uno o più amici fidati”.

Tra i sei e gli undici anni poi la tana assume quasi il significato simbolico di bozzolo. Anzi secondo un altro studioso, David Sobel il rifugio è come la crisalide nella quale si forma la futura farfalla, cioè la personalità del bambino. A fargli eco poi c’è il parere di Maria Kylin, della Swedish University: “E’ un esercizio sia intellettuale sia fisico che prepara alle sfide dell’età adulta” e che dà al bambino la percezione di potercela fare da solo.

Tutti questi studiosi inoltre raccomandano ai genitori, che spesso non capiscono questo desiderio di costruire tane, di non comprare casette di plastica prefabbricate e arredate di tutto punto, ma di favorire l’esperienza della costruzione della tana, “assicurando degli spazi sicuri in cui i bambini possano prendere iniziative e mettersi alla prova”.

Quindi, care mamme, chiudiamo un occhio sull’ordine di casa e via libera alle tane!

2 Commenti

  1. Mi ha fatto proprio piacere leggere questo post…poichè mia figlia,poco più di due anni e mezzo comincia ad avere questa predilezione per i nascondigli, per i dietro le tende o i sotto le lenzuola stese…da oggi le insegnerò a mettere vicine due sedie e a metterci un asciugamano per traverso per costruirsi la sua prima tana…e come facevo io, da piccola, le dirò di portarsi due biscotti e una bumba perchè non si sà mai che a casa sua le venisse un languorino…
    sò forti stì regazzini!
    Bacioni

  2. Hai detto tana?!?!? La mia bimba di soli 2 anni sta già iniziando il gioco della tana. Non è molto intraprendente e per il momento sceglie di infilarsi sotto le coperte del lettone, sbucando all’improvviso con un magico “cucù”. Oppure se ne sta dietro una tenda, alquanto trasparente, ma che separa (!!!), borbottando tra sè e pasticciando con i pennarelli (ahimè anche la tenda a volte!!!). Credo che la costruzione di una propria tana non tarderà ad arrivare, e sicuramente io non farò nulla per tardare o evitare l’evento. Ricordo ancora che da bambina adoravo starmene rintanata tra il letto e l’armadio, in uno spazio angusto ma x me magico, dove vivevo “la mia vita”… Quindi perchè dovrei vietare a mia figlia una simile esperienza!

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