Quando oramai crediamo di essere riusciti quantomeno a fare il tentativo di integrare la nostra cultura con quella dei tanti immigrati nel nostro paese, leggo sui giornali di quel padre marocchino (perdonato dalla moglie per il gesto commesso) che ha ucciso la figlia perchè frequentava e da poco conviveva con un ragazzo italiano, simile a quello che era successo tempo fa in una famiglia pakistana trasferitasi in Italia.
L’integrazione inizia da quando i figli di questi immigrati sono piccoli. Per le mie figlie è normale frequentare al nido o alla materna bambini di colore/religione/lingua diversa dalla loro. Si capiscono ugualmente, vanno d’accordo, giocano insieme. Non si creano problemi, non hanno preconcetti.
A quell’età i genitori posso impedire loro di fare quello che vogliono, per esempio nessuno di questi bambini è mai stato accompagnato alle feste di compleanno di mia figlia o degli altri compagni italiani, nonostante siano sempre stati invitati come tutti gli altri.
Ma se sono gli stessi genitori ad essere “razzisti” nei nostri confronti, continueranno a succedere disgrazie come quelle che purtroppo leggiamo sui giornali. Quando, invece, riusciranno a rispettare le loro donne e le loro scelte, le norme di comportamento della cultura ospitante e via dicendo, solo allora saranno completamente integrati.
L’integrazione deve avvenire a scuola, fin dalla scuola materna e tutti si devono sentire coinvolti in qs. importante missione: genitori ed educatori. Si potrebbe ad es. cominciare a valorizzare non solo le nostre ricorrenze ma anche le loro facendo proprio degli incontri ad hoc in modo che tutti partecipano. So di un asilo nido che durante il Ramadan ha fatto proprio un evento per tutti i genitori in modo da fare vedere che cosa significava qs. festa. Invece a Natale sono stati fatti vari angoli dedicati ai diversi modi di festeggiarlo proprio per non fare sentire nessuno diverso dall’altro!
Buongiorno….
quello che è successo è allucinante… non è questione di
Marocco.
Capita che quando si lascia il proprio paese di origine
si diventi più integralisti, anche dentro l’Italia accade…
quando si cambia città si accentua il proprio dialetto
di origine per rafforzare le proprie radici…
Quante volte andiamo all’estero anche per vacanza e diventiamo
tutto a un tratto nazionalisti?
Capisco il bisogno di conservare la cultura del paese di origine…
Ma c’è un limite a tutto…uccidere la propria figlia per
conservare la propria cultura no… la cosa che mi fa accapponare
la pelle ancora di più è la reazione della madre…
Non so che dire… non so che pensare…
Se si è integralisti e non si accettano le culture degli altri
si rimane nel proprio paese, se cambi paese accetti pure la
cultura del paese che ti ospita…