Attualmente l’età media in cui si comincia a fumare è intorno ai 12-13 anni.
Temiamo il fumo dei figli per via delle ripercussioni che ha nel tempo, sia dal punto di vista cardiovascolare, sia da quello respiratorio e per i pericoli oncologici associati.
Per parlare in modo efficace del fumo con gli adolescenti, però, non credo sia particolarmente utile ricordare questi rischi, perchè alla loro età sviluppano una specie di senso di onnipotenza che li fa sentire invulnerabili, tanto che non pensano al futuro, ma solo al presente e questo li porta a credere di poter smettere quando vogliono, sottovalutando la dipendenza fisica e psicologica del fumo.
Comunque, tanto vale provarci, magari facendo vedere dei video shock sugli effetti del fumo, logicamente affrontando l’argomento adattandolo in base al carattere di vostro figlio. Spiegando, per esempio, che – secondo una recente ricerca del Centre de Recherche du CHUM (Cente Hospitalier de l’Universoté de Montreal) – per cadere nella trappola del vizio del fumo bastano due mesi e mezzo, anche se non si accende una sigaretta tutti i giorni e non si aspira il fumo.
Durante l’adolescenza si fuma per entrare a far parte di un gruppo, per sembrare più grandi, più interessanti, seducenti, per sperimentare cose nuove, per trasgredire o anche solo per emulare genitori o amici. Proprio i genitori, in un età in cui i ragazzi cercano una loro identità allontanandosi dalla famiglia, dovrebbero sostenere l’autostima dell’adolescente in modo che quest’ultimo riesca a non sottostare alle pressioni esterne, spesso negative, e alle richieste altrui senza avere proprie opinioni o idee, ma sapendo prendere decisioni e riconoscere cio che si è e non desiderare di essere altro.
Se vi doveste accorgere che il più insospettabile dei figli in realtà fuma, vi consiglio di trattenervi dal metterlo in croce, demonizzarlo o metterlo in punizione, finirà solo col farlo di nascosto con più rabbia e più gusto, sapendo quanto vi dà fastidio e come gesto di ribellione. Anzi, forse inizierà a fare di nascosto anche altre cose senza avere il coraggio di parlarvene, perchè ha capito che da parte vostra avrebbe sicuramente una reazione negativa.
Non dico, logicamente, di fargli i complimenti o di far finta di niente, ma bisognerebbe affrontare l’argomento invitandolo ad un uso responsabile del fumo, ovvero cercando quantomeno di limitarlo. Ponendoci, quindi, con delicatezza e non con ostilità o ricatti, per non ottenere l’effetto opposto. Cercando un dialogo, perchè solo conoscendo i nostri figli riusciremo a capirli, ad essere informati su chi frequentano e cosa fanno e a consigliarli in maniera adeguata.
Immagino che vederli fumare sia una delusione e che si possa reagire d’impulso rimproverando o punendo, ma non risolverà la situazione, ci permetterà solo di scaricare i nervi! Non incito a fare i genitori-amici, ma la figura del genitore nemico non porta a nessun risultato. Devono vederci come una persona fidata, dalla quale accettare dei consigli e con cui confidarsi.
Se non si parla di sigarette, ma di spinelli il problema peggiora e, anche in questo caso, si dovrebbe consigliare di limitarne l’uso e soprattutto di non lasciarsi trascinare con leggerezza nell’uso di altre sostanze ben più pericolose (alcool compreso). Spiegare i danni fisici, i rischi medici ed, in questo caso, anche i potenziali problemi con la legge!
In libreria esistono svariati volumi che parlano di droghe, dipendenze, adolescenti, si potrebbe consigliare loro di leggerne uno, giusto per “farsi una cultura”, per capire che è irresponsabile e controproducente l’utilizzo delle droghe per uniformarsi a chi si frequenta non sentendosi emarginati dal gruppo. Dopotutto, se gli amici passassero col rosso lo farebbero anche loro??
Ho incontrato stamattina una mia amica che ha il figlio in terza media e che teme si faccia degli spinelli ma non ne è sicura, per qs. partirà alla caccia di prove, sentendosi in colpa 1000 volte…! A volte non è facile fare la mamma e cadere nella trappola del detective segugio, ma il fine giustifica i mezzi!?!
E’ vero che non possiamo parlargli di quanto gli fa male perchè gli adolescenti vivono alla giornata. E’ anche vero però che possiamo trovare metodi sani per ridurre la loro voglia di sigarette o droghe leggere. Quando mio figlio, a 15 anni mi ha detto che con gli amici a scuola fumavano qualche sigaretta, a ricreazione ho, tanto per cominciare, lasciato cadere lì il discorso, per non dare importanza un evento sul quale non possiamo comunque incidere più di tanto come genitori. Non gli permetto di fumare in casa e già questo gli risparmia la dipendenza, per ora, visto che in casa di ore ne passa ancora tante. Poi, visto che è molto sportivo, ho aumentato le proposte di fare sport, giri in bicicletta, skate, passeggiate in campagna e montagna. Fare i segugi serve a noi per renderci conto di cosa fanno i nostri figli, e va bene, ma poi bisogna anche lasciargli gli spazi giusti per fare le loro esperienze. Controllarli senza farglielo sapere. Sappiamo noi mamme che non è affatto facile ma abbiamo il dovere di provarci!
Ciao Camilla, hai ragione e davvero penso che il trucco è proprio quello di essere presenti senza essere troppo invadenti…, anche se si sentono troppe cose in giro che ti fanno rizzare i capelli! Ma chi seminato bene…!?! Auguri!
Sai, le cose in giro si sono sempre sentite…solo che tanti anni fa le notizie giravano di meno. Non credo che oggi i pericoli siano di più. Se parliamo naturalmente di questo tipo di pericoli. Il fumo, le droghe, anche se di altro tipo, la possibilità di “perdersi” per un adolescente, ci sono sempre stati. Credo che ora siamo noi a essere troppo apprensivi, a voler a tutti i costi controllare ogni attimo della vita dei nostri ragazzi. Io ho fatto le mie esperienze da giovane, con una madre e un padre presenti ma non ossessivi. E sono cresciuta bene. In qualunque momento della mia vita in cui mi sono sentita in difficoltà oro c’erano, anche se a chilometri di oontananza, c’erano. Questo credo sia importante. Dare ai nostri figli la sicurezza che noi ci siamo. Questo non significa tempestarli di telefonate al cellulare per sapere dove sono, cosa stanno facendo, ecc. Ci sono altri modi per far sentire la presenza.
Un caro saluto
Camilla