Incontro con i genitori alla scuola materna

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Un papà mi ha scritto questa bella lettera che pubblico volentieri per dimostrare quanto anche i papà siano presenti all’interno della famiglia.

“Finalmente e’ arrivato anche il mio momento! Per la prima volta da genitore, la scorsa settimana, ho partecipato ad una riunione con le educatrici dell’asilo di mia figlia nella quale sono stati affrontati molti temi interessanti: obiettivi raggiunti, percorso educativo e presentazione del programma didattico e della strutturazione delle attività del secondo quadrimestre.

Mia figlia frequenta la prima classe della scuola dell’infanzia. Gli anni scorsi e’ stata al nido. In passato io e mia moglie abbiamo avuto vari colloqui con le educatrici, abbiamo sempre parlato di crescita umana e caratteriale della bambina. Adesso invece mi sono sentito coinvolto da un punto di vista formativo/culturale: una differenza importante che ho sentito e vissuto con la consapevolezza di quelli che sono gl’impegni e le responsabilita’ di un genitore.

Ha iniziato l’insegnante d’inglese, dicendo che l’inizio dell’anno scolastico e’ stato problematico perchè i bambini non riconoscevano la sua autorità e perchè non riuscivano a capire cosa stesse loro chiedendo nel momento del colloquio. Ed io mi dicevo: ci credo che non ti capiscono, povere creature! Tu parli solo inglese, nemmeno un ‘ciao’ in italiano… Va bene che hanno la mente elastica ed assorbono ogni input che gli diamo, ma è dal primo giorno della loro vita che i loro orecchi sentono solo ed esclusivamente la lingua italiana, immagino la confusione che avranno avuto in testa a sentire suoni per loro senza senso!

Ed infatti in classe era il caos, perche’ la confusione delle loro menti si trasformava in confusione fisica che loro facevano per reazione. Fortuna che dopo qualche settimana all’insegnante d’inglese e’ stata affiancata una educatrice che in pratica fungeva da traduttrice nei momenti piu’ difficili. In questo modo pian piano, settimana dopo settimana, le cose sono andate a posto, lentamente. Ed ora la mia topolina ogni tanto se ne torna a casa con vocaboli, frasi e canzoncine in inglese, con una pronuncia spesso molto migliore della mia. Anche se a volte la situazione diventa comica quando vengono storpiate alcune parole e, pur tentando di correggerla, lei non accetta il mio intervento perche’ “la maestra ha detto che si dice cosi“! E cosi’ sia allora.

Molti meno problemi ci sono stati nella classe con l’educatrice principale. Parlando delle attivita’ svolte, mi è rimasto impresso il metodo per insegnare in modo naturale e divertente l’alfabeto ai bambini: viene presentato un cartello con l’immagine di un animale od un oggetto e l’educatrice ogni volta da’ loro informazioni sempre diverse e relative a cio’ che vedono. Oppure un cartello con una parola la cui iniziale e’ evidenziata in rosso ed un disegno che la rappresenta. Mia figlia si e’ talmente incuriosita che ha voluto appeso in camera sua un cartellone con l’alfabeto completo a 26 lettere (ad ogni lettera associata un’immagine ed una parola, proprio come a scuola) e, visto che ogni giorno frequenta il dopo-scuola e sta molto tempo con bambini delle classi piu’ grandi, si diverte con loro a scrivere e rileggere scandendo lettera per lettera. Oh, non mi starà mica diventando secchiona già prima dei 4 anni?

E poi hanno parlato di incontri e gite. Ci sara’ un incontro bambini-genitori in classe per costruire il vestitino di carnevale (e cosa m’invento io???). Ma anche vari incontri dei genitori con una psicologa per affrontare temi ‘difficili’ come:

– disegno infantile e suoi significati;

– l’arrivo di un fratellino/sorellina;

– le paure e le fobie nei bambini;

– l’aggressività;

– la sessualità ed i sentimenti;

– le domande difficili: la morte, Dio, il sesso.

Sinceramente, non saprei come affrontare gran parte di questi argomenti con una bambina cosi’ piccola e lei, in effetti, a volte mi fa delle domande, ma trovare le parole giuste e’ cosi’ difficile… E poi mi chiedo: sarà giusto quello che le ho detto? Oppure facevo meglio a starmene zitto? Percio’ non me li perdero’ di sicuro!

Ho trovato estremamente interessante questa riunione: ho capito qual’è il percorso di crescita che la scuola fa fare alla mia piccola e per quale motivo ultimamente gl’interessi di mia figlia si erano spostati verso attività che non ritenevo cosi’ invitanti per bambini di quell’età. In una frase: ho capito meglio mia figlia.

E’ stato davvero un passaggio importante. Per questo cerchero’ di non perdermi mai incontri simili. Per me e soprattutto per lei. Nella vita c’e’ sempre da imparare!

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