E’ un luogo comune pensare che i bambini introversi abbiano meno possibilità rispetto a quelli estroversi, che siano meno socievoli o più deboli. La timidezza, in realtà, è un tratto della personalità che va accettato come tale, non come un difetto.
E’ normale che i bambini siano timidi: essere piccoli significa proprio aver paura di ciò che è estraneo ed è naturale che il bambino si senta sicuro solo con le sue figure di riferimento costanti e che mostri un’iniziale diffidenza verso l’estraneo, perchè non sa se fidarsi o no.
Quante volte mi sono sentita dire da mia madre “Saluta la signora!” e giuro che non parlavo non per maleducazione, bensì per timidezza. Se dovevo iniziare un discorso non osavo, ero come paralizzata … a volte balbettavo anche un po’.
Se mi rivolgevano la parola diventavo rossa (e a volte mi capita ancora) e non riuscivo a guardare negli occhi chi avevo davanti. Quando ero piccola non sono andata alla scuola materna perchè mia madre non lavorava ed ho condotto una vita più solitaria e riflessiva rispetto agli altri, ma non lo vedevo come un problema, anzi l’ho vissuto con estrema serenità.
Il modo in cui un bambino percepisce la sua timidezza dipende da noi genitori: se accettiamo la sua personalità e non consideriamo la timidezza come un difetto, il piccolo si sentirà a suo agio e non gli sembrerà di non aver nulla di meno rispetto agli altri bambini, se invece proveremo a cambiarlo o lo giudicheremo negativamente, il bimbo potrà avere delle difficoltà
Talvolta la timidezza nasconde la carenza di rassicurazioni e di complimenti da parte dei genitori. Bisogna alimentare la loro autostima, ma evitare di imporgli uno stile di vita che non condivide: obbligarlo a stare con tanti bambini, organizzargli feste, ecc.
Dunque, cosa possiamo fare per aiutare i nostri bambini se sono timidi?
– Evitare di “etichettare” il bambino: se il bambino sente continuamente affermare dai genitori che è timido, questo gli confermerà che il suo carattere è quello. Si dovrà poi evitare di fare confronti tra il figlio e gli altri bambini. E’ bene invece rassicuralo sempre sul suo valore!
– I genitori devono parlare con il figlio delle situazioni che possono mettergli ansia: argomenti come l’entrata a scuola, la frequentazione di un gruppo, ecc.
– Rispettare la natura dei bambini ed i loro tempi: ciò vuol dire stare attenti a non voler anticipare la capacità di socializzazione dei figli prima che questi si sentano pronti.
– Non sottovalutare mai le preoccupazioni del figlio e le sue paure: piuttosto è fondamentale rassicurarlo, cercando di fargli comprendere che non si deve spaventare nell’affrontare una situazione nuova, non deve temere di perdere qualcosa a cui tiene, né soprattutto pensare che dall’esito della prova dipenda il suo valore come persona.
Il timido teme “la prima volta”, ma la sua angoscia si placa col moltiplicarsi dell’affrontare le situazioni. Il disagio rimane contenuto e non ha niente a che vedere con il panico che si sperimenta nei casi di fobia sociale (una fobia è una paura intensa, irragionevole, incontrollabile, suscitata da determinate situazioni). Non mancano testimonianze di personalità dello spettacolo e di giornalisti che raccontano di aver superato la loro timidezza scegliendo una professione che li portava ad affrontare ciò che li angosciava (parlare in pubblico, trovarsi in un gruppo numeroso, confrontarsi con le persone dell’altro sesso).
Bisogna anche trovare le parti positive della timidezza, per esempio, spesso il timido si rivela particolarmente capace di ascolto e di empatia: la sua tendenza a restarsene in ombra ne fa spesso un attento osservatore e questa è una grande qualità.
In ambito scolastico, la sua discrezione ed il suo desiderio di fare bene sono spesso apprezzati dai professori. Il desiderio di essere amato ed approvato ne fa una persona attenta alle esigenze dei compagni.
Vostro figlio è timido? lo ero anch’io da piccola, non preoccupatevi. Sono rimasta timida anche da grande, divento rossa, mi imbarazzo, ma ho imparato a superarlo e, dopotutto, è bello trovare ancora delle persone così “trasparenti”, che manifestano quello che sentono, non credete?
consigli utilissimi!
Mia figlia era la classica bambina tappezzeria! Quando ha inziato la scuola materna non si buttava mai nella mischia, ma stava contro il muro e, poi, dopo avere studiato la situazione, cominciava a giocare. Mi ricordo che la cosa mi preoccupava un pò, ma la direttrice dell’asilo mi ha sempre detto di dare tempo al tempo e di non forzare mai la socializzazione a tutti i costi…Aveva ragione, ora la mia piccola (che èe alta quasi quanto me) è una bambina solare e molto socievole. Niente ricorda la bambina timida ed introversa dell’asilo. Posso solo sottolineare quindi di rispettare l’indole dei propri figli e di cercare di non cambiarli secondo le ns aspettative.
[…] figlia ha la smania di trovare la migliore amica, anzi l’ansia, perchè dice che ogni volta che ne trova una gliela ruba un’altra bambina, oppure che quella che pensava fosse la sua “friend forever“ la delude. … e […]