Se la nascita di un bebè è sempre una gioia per i genitori, lo è meno per i loro portafogli: questo è quanto ha rilevato l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, secondo cui la spesa per mantenere un bambino nel primo anno di vita subirà un incremento medio del 3% rispetto al 2012.
Tra pannolini, pappe, vestiti, calzature e visite mediche, i costi annui sarebbero compresi tra 6.585,90 € e 14.110,30 €.
Quali sono le soluzioni per risparmiare?
Per fronteggiare tutte queste spese ci vengono incontro numerose soluzioni: dal Fondo di credito Nuovi Nati al Bonus Bebè, dalle richieste per ottenere un finanziamento fino al “fai da te”.
• FONDO DI CREDITO NUOVI NATI
Al Fondo di credito Nuovi Nati, istituito nel 2009, possono accedervi le famiglie con un figlio nato tra il 2011 e il 2013 e prevede l’erogazione di un prestito agevolato per un importo che non superi i 5.000 €. Per ottenere il finanziamento è necessario rivolgersi ad una delle banche o degli intermediari finanziari che hanno aderito all’iniziativa. La domanda può essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo alla nascita del bambino.
• BONUS BEBE’
Il Bonus Bebè 2013, sarà riservato esclusivamente alle mamme che tornano a lavoro rinunciando al congedo facoltativo di maternità. Ad ogni mamma verrà erogata una somma massima di 300 € mensili (da destinare al pagamento di babysitter e asilo nido) per 6 mesi fino al compimento del primo anno di età del bambino.
• PRESTITI PERSONALI
Un’altra soluzione è quella dei prestiti personali che consiste nel rivolgersi ad una banca o un istituto di credito per richiedere un finanziamento da restituire in comode rate.
• IL FAI DA TE
Il metodo più diffuso e sicuramente meno dispendioso rimane il “fai da te”. Infatti sono tantissimi i neogenitori che si rivolgono ad amici e parenti con bambini più grandi chiedendo in prestito abiti, lettini, e passeggini. Altri, prima del lieto evento, realizzano la cosiddetta “lista dei desideri” un’ottima soluzione per famigliari e amici indecisi che saranno guidati all’acquisto di regali utili.
• SOLUZIONI DAL WEB
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’ampia diffusione di negozi online come ad esempio ebay, subito.it o kijiji che permettono di vendere personalmente abbigliamento e articoli usati per l’infanzia così come i “gruppi di scambio” presenti soprattutto sui maggiori social network. In tutta Italia, poi, è in aumento il numero di negozi dell’usato per bambini. E’ il caso di t.riciclo, babybazar.it e secondamanina.it che offrono la possibilità alle mamme di portare in conto vendita capi d’abbigliamento e accessori di cui non hanno più bisogno, in cambio potranno arrivare a percepire fino al 45% del prezzo stabilito dal rivenditore.
Per scoprire ulteriore opportunità di risparmio basterà effettuare una semplice ricerca su Google. Troverete tantissimi siti web dedicati, gruppi e associazioni che offrono la possibilità di scambiare e vendere accessori per i primi anni di vita del vostro bambino.
Segnaliamo inoltre il progetto del famosissimo brand H&M che da febbraio 2013 ha lanciato l’iniziativa per la raccolta di abiti usati: si potranno consegnare capi di qualsiasi marca. Per ogni borsa di indumenti usati verrà consegnato un buono sconto del valore di 5 € valido per una spesa minima di 40 €.
Credo che il bonus Bebè cambi da regione a regione e da comune a comune! Da noi funziona così:
Si tratta di un assegno regionale una tantum correlato alla nascita e/o adozione di minori erogato dal Comune a favore di nuclei familiari. I benefici correlati alle nascite/adozioni avvenute nel 2012 sono gli stessi del 2011:
– euro 600,00 per nascita/adozione del primo figlio;
– euro 810,00 per nascita/adozione di un figlio successivo al primo;
– euro 750,00, per ogni figlio, per nascita/adozione di gemelli o adozione contemporanea di più figli.
Questo l’ho preso dal sito web della mia città! difatti se lavori e superi di tot col modello isee, non ti spetta niente!
Purtroppo sono variazioni da regione a regione…da noi c’è anche la carta famiglia e l’assegno maternità per le mamme disoccupate che non hanno percepito la maternità da un lavoro… 🙂