Coronavirus, le mamme danesi contro la riapertura delle scuole

Un gruppo su Facebook contro la decisione del Governo

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La Danimarca, con 500 contagi e nessun decesso, è stato il primo Paese europeo a riaprire parzialmente le attività dal 15 aprile, dopo un mese di lockdown a causa del Covid19.

Copenaghen ha riaperto nidi, materne e scuole elementari, forse per venire incontro alle esigenze dei genitori che hanno ricominciato a recarsi al lavoro, ma le famiglie hanno immediatamente iniziato a protestare online. E’ nato un gruppo su Facebook, a cui hanno aderito 40 mila persone, dal nome “Mio figlio non farà da cavia al Covid19“, nonostante sia prevista molta attività all’aperto, distanze di sicurezza e sanificazione continua delle superfici interne.

In Danimarca sono state allentate anche le misure restrittive riguardanti gli esercizi commerciali: parrucchieri, dentisti, scuole guida, saloni di massaggi e di tatuaggi. Chiusi invece i licei e le università. 

Chi ha scelto di tenere a casa i propri figli ha avuto piena collaborazione da parte delle scuole per organizzare lezioni online. Chi invece ha mandato i bimbi a scuola ha documentato con immagini online il disagio dei bambini con le mani dei bimbi massacrate dai continui lavaggi con sapone e disinfettante, oppure hanno fatto presente una regressione, per non voler utilizzare il bagno della scuola, ritenuto pericoloso dai piccoli.

Nel resto d’Europa, anche altri paesi hanno già annunciato la riapertura delle scuole.  Pronta ad esempio la Norvegia, mentre in Francia, Emmanuel Macron, ha dichiarato che si tornerà gradualmente in classe a partire da maggio; in Germania e Lussemburgo si parla del 4 Maggio, 10 Maggio poi per la Grecia e persino la Spagna sta valutando una possibile riapertura, con le dovute cautele.

Il coronavirus fa ancora centinaia di vittime al giorno in Italia e migliaia nel mondo, ma la diffusione del virus ha rallentato e si pianifica anche in Italia la fase 2, cioè la ripartenza. Per fortuna, in Italia, prima di settembre non metteremo a rischio le vite dei nostri figli, mandandoli a scuola. Si spera però per quella data di essere perfettamente organizzati e non proseguire con la scuola a distanza, che – per problemi di non-digitalizzazione – non sta dando un’educazione equa a tutti i bambini.

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