Fecondazione assistita. Adozioni ai single.

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Su «L´Espresso» di questa settimana troviamo il Cardinale Carlo Maria Martini e lo scienziato e bioeticista Ignazio Marino che dialogano sulla vita, cercando un possibile incontro tra scienza ed etica cristiana.

Il cardinale Martini specifica che un ‘dialogo sulla vita’ non deve partire da “preconcetti o da posizioni pregiudiziali” ma deve essere “aperto e libero e nello stesso tempo rispettoso e responsabile” dando subito l´idea di essere di più larghe vedute rispetto al Vaticano!

Affrontando l´argomento della fecondazione artificiale, Marino spiega che “questa pratica si è diffusa in Italia e in molti altri paesi del mondo senza una regolamentazione prevista dalla legge. La scienza e le sue applicazioni mediche hanno camminato più rapidamente dei legislatori e, per questo motivo, ora ci troviamo ad affrontare il problema di migliaia di embrioni umani congelati e conservati nei frigoriferi delle cliniche per l’infertilità, senza che si sia deciso quale dovrà essere il loro destino.
L’attuale legge italiana
, per evitare di perpetuare la produzione di embrioni di riserva che non vengono utilizzati, ha scelto una via semplicistica: crearne solo tre alla volta e impiantarli tutti nell’utero della donna. Ma questo numero dovrebbe essere flessibile e determinato caso per caso, secondo le condizioni mediche della coppia.”

Marino parla anche dell´alternativa suggerita dalla scienza, ovvero il “congelamento non dell’embrione ma dell’ovocita nel momento in cui i due corredi cromosomici sono ancora separati e non esiste ancora un nuovo Dna.”

Il cardinale Martini stupisce commentando, riguardo la sorte degli embrioni congelati, che “l´ inserzione nel seno di una donna anche single sembrerebbe preferibile alla pura e semplice distruzione” degli embrioni, altrimenti destinati a perire.

Il Cardinale si sente, quindi, di “propendere per quella soluzione che permette a una vita di espandersi piuttosto che lasciarla morire”.

Nell´articolo del settimanale si legge anche di distinzione tra fecondazione omologa ed eterologa: “se il desiderio di una coppia di creare una famiglia non può essere compiuto a causa di problemi di infertilità o per la presenza di malattie genetiche in uno dei due potenziali genitori, perché non ricorrere al seme o all’ovocita di un individuo esterno alla coppia?” Ricordando che però c´è chi sostiene che la fecondazione eterologa introduca uno sbilanciamento tra il genitore biologico, che trasmette al figlio parte del proprio Dna, e l’altro, come se in qualche modo un genitore valesse più dell’altro.

Il Cardinale Martini sottolinea però che situazioni simili si vengono a creare anche quando si ricorre all´adozione o all´affido, “dove al di là del patrimonio genetico è possibile instaurare un vero rapporto affettivo ed educativo con chi non è genitore nel senso fisico del termine”.

Ed aggiunge: “occorre assicurare che chi si prende cura del bambino adottato abbia le giuste motivazioni e abbia anche i mezzi e le capacità per assicurarne una crescita serena. Una famiglia composta da un uomo e una donna che abbiano saggezza e maturità e che possano assicurare una serie di relazioni anche intrafamiliari atte a far crescere il bambino da tutti i punti di vista. In mancanza di ciò è chiaro che anche altre persone, al limite anche i single, potrebbero dare di fatto alcune garanzie essenziali. Non mi chiuderei perciò a una sola possibilità, ma lascerei ai responsabili di vedere quale è la migliore soluzione di fatto, qui e adesso, per questo bambino o bambina. Lo scopo è di assicurare il massimo di condizioni favorevoli concretamente possibili. Perciò, quando è data la possibilità di scegliere, occorre scegliere il meglio”.

Riguardo il discorso della possibilità di adottare un minore da parte dei “single”, cosa che purtroppo la Legge (n. 184/83) italiana non permette (è consentita l´adozione di un minore solo ai coniugi sposati da almeno tre anni, o per un numero inferiore di anni se hanno convissuto in modo stabile per almeno tre anni prima del matrimonio), forse sta per cambiare qualcosa, infatti qualche giorno fa alcuni quotidiani hanno riportano la notizia in cui la Cassazione ha esortato il Parlamento ad «ampliare l´ambito di ammissibilità dell´adozione di minore da parte di una singola persona».
Gli alti giudici invocano nuove norme, pur essendo stati costretti a rigettare la richiesta di una rumena sposata con un italiano (quindi cittadina italiana) che aveva chiesto il riconoscimento della sentenza di adozione emessa da un tribunale della Romania nel 2003. L´ostacolo è la normativa che disciplina l´adozione internazionale in Italia e prevede che la richiesta venga fatta da entrambi i genitori.
Per ora si sono dimostrati contrari a queste nuove norme sia l´Associazione Famiglie Adottive e Affidatarie (Anfaa), sia il Vaticano.

La Suprema Corte si appellerà presto al Parlamento per favorire i «single» in virtù di quella Convenzione di Strasburgo che rimette ai singoli Stati la facoltà di prevedere l´adozione da parte di persone singole.

Immagino ci siano più domande di adozioni che bambini da adottare ed, in effetti, potrebbe sembrare assurdo un ampliamento della normativa a vantaggio dei single, anche perchè una doppia figura è senz´altro più rassicurante; ma, per un bimbo orfano o abbandonato dai genitori, credo sia molto meglio l´affetto di un «single», uomo o donna che sia, piuttosto di passare la vita in un istituto o sulla strada!

Dopo tutto, se un genitore rimane vedovo, nessuno pensa che il bambino non debba continuare a vivere nel suo nucleo familiare anche se il genitore è solo uno, non credete?!
Voi cosa ne pensate??

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