Adolescenti in vacanza

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Riprendendo un articolo comparso sul quotidiano La Stampa di questa settimana, sembra che gli adolescenti con la chiusura delle scuole facciano volentieri a meno dei genitori, ma soprattutto delle mamme ossessive ed ossessionanti, e che nasca in loro una gran voglia di libertà, addirittura da far rimpiangere a mamme e papà i “bei tempi di biberon e pannolini”.

Sappiamo benissimo, visto che ci siamo passati tutti, che l´adolescenza è un´età critica ed è un periodo pieno di contraddizioni e molto difficile da affrontare. E´ l´età dell´incoscienza, dell´insicurezza, si avrebbe sicuramente bisogno dell´aiuto dei genitori, ma è il periodo del rifiuto e quindi li si tiene ben alla larga. Piuttosto si preferisce il silenzio e la strafottenza.

La giornalista de La Stampa dice che, in effetti, dalla terza media iniziano i dolori: “fino a quel momento i bambini al massimo litigavano con il vicino di ombrellone e facevano indigestione di gelato”, da quell´età in poi invece i ragazzi iniziano ad uscire alla sera e cominciano le apprensioni.

Per non parlare delle liti circa l´ora del rientro, l´abbigliamento ritenuto dai genitori quantomeno azzardato (pantaloni con il cavallo talmente basso che rasenta il pavimento o gonne talmente mini che quasi non esistono), la scelta delle compagnie da frequentare, la noia se non hanno trovato il giro giusto.

“Vogliono partire da soli e allo stesso tempo hanno paura di non farcela e restano ore sdraiati sul divano davanti alla tv, lasciando il genitore a dibattersi tra ansia per il loro sentirsi inadeguati e preoccupazione per il loro buttarsi nell´avventura con orgogliosa incoscienza.”

Lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet spiega che “la mamma viene improvvisamente «licenziata» dal figlio e messa in cassa integrazione, in attesa di eventuale riassunzione in un ruolo di importanza assai minore: improvvisamente, dopo essere state il centro del mondo, non si è più «interessanti» agli occhi dei figli, tutti protesi verso i coetanei e verso la costruzione della propria identità”.

Ma ci rassicura dicendo che «non è colpa delle mamme» se i figli si dibattono tra “trasgressioni, bugie, segreti, musi lunghi e rabbiose rivendicazioni, amici del cuore e branchi”, che all´improvviso trasformano tranquilli bambini e bambine in strani esseri con cui non si sa più come comportarsi.

«Le madri non sono la causa della gravità della crisi dei figli, anche se è vero che spesso la gestiscono male». “L´adolescenza, sostiene lo psicoterapeuta, è una seconda nascita, emergono caratteri totalmente nuovi, problemi che le madri non hanno causato con la loro educazione nell´infanzia, ma che hanno estrema difficoltà a trattare”.

Non è quindi colpa delle mamme se le vacanze diventano un inferno e nemmeno è colpa dei figli … ma allora di chi è?

5 Commenti

  1. Io sto passando da questi problemi e spesso mi diletto a pensare e ragionare su questi argomenti anche a voce alta con amiche e con mio figlio. Anzi è proprio piacevole discuterne e a volte arrabbiarsi su questo argomento.
    I problemi sono i soliti, anche noi siamo state adolescenti e anche noi volevamo uscire e le mamme anche a quel tempo sembravano “in cassa integrazione”.
    Io abitavo in un piccolo paese e in estate uscivo a fare la vasca nella via principale. Ora di rientro le 11 di sera, ma tutto sommato ero controllata, perché erano tutti lì, e non finivano mai i pettegolezzi. E francamente mi mancava l’aria.
    Mio figlio, 15 anni e mezzo, esce la sera, in estate, e con la scuola solo il sabato: è però abituato ad andare al cinema da solo, a ballare – spesso però accompagnato da un genitore – e fuori città. Aveva solo 14 anni e mezzo quando è andato a Roma da solo in treno presso la famiglia di un suo amico dove ha trascorso le vacanze. Il 2 settembre scorso è andato a Milano da solo e tornato da solo per un incontro di scout. Gli ho dato fiducia, ho telefonato durante il viaggio in treno e gli ho dato alcuni accorgimenti: andare in uno scompartimento dove c’è gente, non attaccar briga, non accettare niente, neppure le caramelle.
    Per ora è andata bene.
    Io non ho vissuto con molta ansia questi momenti, mi dispiace di non andare in giro con lui, ma devo dire che se la sa cavare, sa disbrogliarsi piuttosto bene.
    Credo che il pericolo è soprattutto in questi anni, dalle scuole medie fino ai 18-19 anni: la prima cotta, le sigarette, il voler provare a bere, a bere e a spinellare e…a fare l’amore.
    I pericoli sono la droga, la depressione giovanile, la banalizzazione dell’amore.
    Sull’amore gli ho sempre detto che per ora i rapporti completi è presto: a occhio sembra che mi abbia dato ragione.
    E poi gli incidenti stradali. Ma il pericolo qui è sempre in agguato, per colpe personali, per colpa degli altri.
    Dobbiamo però ricordarci che i figli non li possediamo. Noi diamo gli strumenti, dobbiamo dare fermezza, ma poi sono loro che devono camminare sulla strada della loro vita.
    francesca

  2. io ho una figlia di quasi 14 anni.Anche lei vorrebbe uscire sempre e andare via da sola.Ha già fatto piccole esperienze senza di me ma con altri occhi vigili.Certo per mandarli via da soli bisogna che siano almeno un minimo responsabili.In mia figlia non vedo molta responsabilità e non so se in futuro farà dei viaggi da sola con le sue amiche perchè penso che fino alla maggiore età sono io responsabile di quello che le può accadere.Lo so che può sembrare una scarica di responsabilità ma a diciottani una persona può essere in grado di badare a se stessa con tutte le conseguenze delle proprie azioni.Mia figlia per esempio fa sempre di testa sua e nonostante io cerchi di consigliarla al meglio lei anche se poi la ragione mi premia niente continua a sbagliare e il brutto è che se ne rende conto.A volte gli dico che forse è masochista che gli piace sbagliare e io non capisco perchè.Voi cosa ne pensate?

  3. Ciao patrizia, se ti senti che per tua figlia è troppo presto nessuno ti obbliga a darle maggiore libertà! Sei tu la responsabile, basta che un minimo di libertà ce l’abbia perchè se la tieni troppo legata ottieni poi l’effetto opposto, cioè che faccia le cose di nascosto!!! Credo che un minimo di masochismo nei giovani esista, magari anche solo un mettere alla prova i propri limiti, si spera sempre che non esagerino…

  4. Patrizia perché non chiedi a tua figlia che cosa realmente vuole fare “da sola”? Parla con lei e cercate una via di mezzo. Bisogna anche “insegnare” ai propri figli come diventare responsabili, basta poco, piccoli gesti che non sempre coincidono con l’età anagrafica. Non chiudere le porte del dialogo e soprattutto non farle sentire che non hai fiducia in lei! Un grosso bacio.

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