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A proposito di fanatismo sportivo…la competitività dei bambini

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Sono sempre più basita di fronte a certi atteggiamenti nei bambini, anche se a volte credo che certi comportamenti siano lo specchio di abitudini “devianti” di noi adulti.

Stamattina ero in ovovia con un gruppo di bambini dello sci  club di una scuola di dove vado in montagna, di cui non dirò il nome: avranno avuto dai 9 ai 10 anni… Era un continuo prendersi in  giro su chi era arrivato ultimo alla competizione appena fatta. Inoltre c’era un bambino che diceva continuamente che suo padre (i papa i bambini e lo sport) voleva  cambiarlo di sci club, in quanto riteneva che il proprio figlio non fosse trattato adeguatamente dal proprio allenatore..

Quando ci stavamo per salutare io ho detto ad uno di loro: “Divertitevi oggi alla gara perchè questo è quello che conta“, ma sapete cosa mi hanno risposto? “L’importante non è divertirsi ma vincere!!!” . Ora sinceramente non so che cosa pensare. Tanto di cappello ad una risposta così decisa per un bambino di 10 anni. Poi però mi sono detta: “Povero bambino…chissà che pressioni deve avere…” Anche perchè certi atteggiamenti fanatici così in erba non sono altro che lo specchio di frustrazioni da parte dei propri genitori di fronte all’ attività sportiva dei propri figli.

Molti, infatti, riversano su di loro quello che non sono riusciti a fare quando erano più giovani ed ultimamente sui campi da sci ne vedo di tutti i colori. Bambini trascinati sulle piste, piangenti; altri insultati durante le gare perchè troppo lenti, altri che incitano i bambini a passare davanti a tutti in fila allo skilift o alla seggiovia, perchè devono andare in fretta a prepararsi sulla pista con i pali….

Ora, non penso che siano tutti degli Alberto Tomba o delle Compagnoni, forse bisognerebbe fare solo più silenzio, senza troppe interferenze nell’attività sportiva dei propri figli. E’ risaputo che le prestazioni sportive dei bambini sono influenzate dall’atteggiamento positivo o negativo dei genitori. Bisognerebbe quindi che gli adulti dimostrassero più self control e che togliessero quella maschera di “ma in fondo a me non importa” che molti genitori fingono di avere durante le gare o le partite sportive, per poi invece andare dall’allenatore e subissarlo di richieste o pretese…

Ma è un mondo oramai che porta a questo e che dimentica che lo sport è un’attività il cui scopo deve essere di svago, di divertimento e soprattutto di amicizia!

4 COMMENTS

  1. Se i bambini vengono educati al solo sport destrutturato sono esposti, da adolescenti, al drop-out…
    Se imparano il gusto della competizione, nel rispetto delle regole, è molto più probabile che non mollino, con gran beneficio per la loro salute!
    La società poi, inutile negarlo, è competitiva, ed i bambini sono in gara (purtroppo) anche a scuola, con la schiena storta e tante frustrazioni che non si sfogano…

    • Ho praticato da sempre sport a livello agonistico, perdendo e vincendo come tutti. Non ho mai smesso di amare lo sport quando perdevo, non ho mai scelto uno sport perchè in quello potevo vincere. Le regole che, da bambino, mi hanno trasmesso i miei allenatori, sono sempre state che si gareggia per vincere ma che, finita la gara la cosa non ha più importanza. Credo che vivere lo sport in modo non competitivo sia un non senso, ma credo anche che dar peso ad una vittoria o ad una sconfitta sia uno stupido guardarsi indietro che non porta nessun miglioramento. Si vive per la gara di domani, non per quella di ieri.
      Paolo.

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  3. Grazie Paolo! Sn d’accordo con quello dici. Ma nn è facile sempre trovare un equilibrio come il tuo. Ed a volte si pende più dalla parte del vincere a tutti i costi che al vincere in modo sano. A presto. Ciao

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