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Storie di straordinaria dislessia

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Era dura per me andare a scuola. Me la cavavo meglio a parlare che a scrivere. Ero lo zimbello della classe, cosa che mi ha procurato un sacco di guai”.
Non sono stati proprio Happy Days, quelli a scuola, per Fonzie, che però ha sorpreso tutti diventando un celebre attore. Come spiega in un’intervista esclusiva (firmata col suo vero nome Henry Winkler) che apre il volume per bambini Storie di Straordinaria Dislessia, scritto dagli autori italiani Rossella Grenci e Daniele Zanoni, che attraverso le storie di 15 famosissimi dislessici, da Carlo Magno a Napoleone Bonaparte, da John Lennon a Tom Cruise vogliono dimostrare ai più piccoli che i disturbi di apprendimento non sono affatto un ostacolo nella vita, anzi. Possono infatti essere superati e trasformati in preziosi strumenti per riuscire ad esprimere il proprio genio.

Mia figlia, nell’ora dedicata alla lettura (fa prima media) ha deciso di leggere questo libro, incuriosendo il resto della classe. Così hanno iniziato ad analizzarlo tutti insieme e la figura dei bambini Dsa è stata decisamente “rivalutata” in modo semplice e genuino, come solo i bambini riescono a fare.

Lei ha sempre un po’ voluto nascondere agli altri di essere Dsa, ma questo libro l’ha aiutata molto, facendole capire che quello che può sembrare un limite per tante persone si è invece rivelato un dono. Una sensibilità che altri non possiedono, una maggiore creatività. Spesso mi sorprende per la maturità dei suoi ragionamenti: è come se “vedesse oltre”.

Quando ho scoperto che mia figlia era Dsa, mi intristivo soprattutto a pensarla “discriminata” e trattata diversamente rispetto ai compagni. Questo è successo durante la scuola primaria, probabilmente per carenza di informazione sia dei bambini, sia dei genitori e a volte anche degli insegnanti. Nella scuola secondaria è stato tutto molto più semplice: oramai i compagni sanno di cosa si tratta e se alcuni bambini hanno dei compiti facilitati non ricevono critiche, ne’ vengono presi in giro!

Quindi ben venga parlarne e far sapere a tutti che alcuni bambini fanno solo più fatica rispetto ad altri, ma non per difficoltà di ingegno, solo per questioni “meccaniche“: come se una Panda avesse il motore di una Ferrari. Che fatica avere tante potenzialità e non sapere come esprimerle…

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