Suggerisco a mamme e papà la lettura di un libro che “insegna” ad essere dei buoni genitori nonostante il lavoro ci tenga fuori casa tutto il giorno, ma soprattutto che aiuta a non soccombere ai sensi di colpa ed ai ricatti affettivi dei figli: “Quando mamma e papà lavorano molto. Le strategie per far crescere sereni i propri figli anche se si è fuori casa tutto il giorno” di Nessia Laniado.
- E’ possibile garantire uno sviluppo armonico del bambino pur essendo fuori casa tutto il giorno?
- Come superare il senso di colpa che condiziona soprattutto le mamme rendendole talvolta prigioniere dei ricatti dei loro bambini?
- Poter restare a casa dal lavoro, ai giorni nostri, è la soluzione migliore?
- Perchè una donna si sente comunque colpevole? Se lavora nei confronti dei figli e se non lavora nei confronti di se stessa perché non si è messa in gioco sul piano professionale?
- Infine, il dubbio più grande: chi lavora a tempo pieno può essere, nonostante tutto, un genitore a tempo pieno?
Questo libro cerca di rispondere, con serenità e pacatezza, ai tormenti e alle perplessità dei genitori che lavorano troppo, illustrando le strategie per far crescere sereni i propri figli. E’ un manuale semplice ed efficace di psicologia pratica, elaborato in forma di domande/dubbi dei genitori e risposte/riflessioni della scrittrice.
Oggi nessuno osa più affermare, come un tempo, che “gli uomini sono fatti per lavorare e le donne per starsene a casa” eppure la maggior parte delle donne non riesce a liberarsi dal disagio di essere madre a tempo parziale. Il 98 per cento dei futuri padri non pensa minimamente all’organizzazione della sua attività professionale dopo la nascita del figlio e, nonostante oggi la legge preveda anche per l´uomo permessi retribuiti per accudire i figli, secondo l´Istat solo il 6 per cento dei papà se ne avvale. Sono ancora in pochi ad aver scoperto che non è il lavoro a contare di più nella vita.
Oggi, come dice la Laniado, non si lavora più di ieri, però nel passato i rapporti erano più genuini. Nel modo moderno non si lavora per il lavoro in sé, esso non genera soddisfazione ma ha solo il fine dello stipendio. Ciò causa stress, ansia nei genitori che si scarica in casa, nonostante la tecnologia renda il lavoro meno pesante.
Si corre sempre contro il tempo, per preparare la cena e così via. Ci “ricarichiamo” il fine settimana, invece dovremmo dosare il tempo ed avere un atteggiamento più positivo nei suoi confronti. Bisogna saper fare buone pause con buone letture, buona musica.
La Laniado si rivolge soprattutto alle mamme-lavoratrici rompendo gli schemi secondo cui un bambino “non può crescere bene a meno che la mamma non sia a sua disposizione… che un piccolo ha alcune necessità irrinunciabili che solo la mamma può colmare”. Non è provato che tali necessità possano essere soddisfatte soltanto da una mamma “sempre” a disposizione, in quanto un rapporto sereno si può stabilire non tanto sulla quantità ma sulla qualità del tempo che si passa insieme ai propri figli. E allora impariamo a sfruttare al meglio il tempo che passiamo con loro senza che il “signor Lavoro” diventi il nemico invisibile che si frappone fra bimbi e genitori.
“Quando siamo al lavoro – ci consiglia l´autrice – concentriamoci su quello. Appena mettiamo piede a casa lasciamo fuori dalla porta i nostri problemi di lavoro” e questa regola vale per tutti, mamme e papà.
Il manuale, inoltre, consiglia come separarci dai nostri bimbi senza provocare in loro turbamenti e senza angosciarci più del necessario nelle più svariate situazioni: per andare in ufficio, a fare la spesa, fuori a cena, lasciare i figli all’asilo, ecc.
Non bisogna raccontare loro delle bugie, non si deve assolutamente scomparire senza avvisarli, dobbiamo far abituare il bambino a stare col nostro sostituto prima di dileguarci, non si devono promettere regali in cambio, ne´ proibire loro di piangere. Ma suggerisce di lasciare qualcosa di nostro per dare loro la sicurezza che torneremo a prenderlo, di dare riferimenti temporali mantenendo la promessa (es: torno prima che faccia buio). E soprattutto di rassicurarli: “anch’io non vorrei allontanarmi da te, ma devo farlo; però ti prometto che torno presto” e quando torniamo fargli notare che abbiamo mantenuto la promessa!
Ci sono anche due capitoli molto interessanti su “A chi affidare i nostri figli” con la descrizione dei vantaggi e degli svantaggi e sulla disciplina “Musi e capricci”.
Insomma, dopo aver letto questo libro forse non avrete risolto i vostri “problemi esistenziali”, però vi sentirete un po´ sollevati e rincuorati! E’ come se la scrittrice ci facesse capire, tra le righe, che stiamo facendo bene il nostro lavoro, ma lavoro inteso come l´educazione dei nostri figli, che dipende esclusivamente da noi!
Ciao. io non sono una mamma (ancora) ma già questi temi mi angosciano e come scrivete giustamente mi “terrorizzano”!! io e mio marito lavoriamo e temo che dovremo continuare farlo enbtrambi…e quindi quale momento giusto per scegliere di diverntare mamma e papà? e ancora quando fai la tua scelta come poter essere una “buona” mamma ed una “buona” lavoratrice? un equilibrio mica facile da raggiungere e mantenere. inizierò col leggere i consigli della scrittrice e continuerò a sperare in un futuro un po’ più in stile tedesco anche per noi! un saluto
Non è il caso di angosciarsi, ne’ di spaventarsi. Ma forse lo si capisce meglio quando si è nella situazione mamma-lavoratrice “fino al collo”!
Anch’io prima di diventare mamma ero spaventata, ma adesso, nonostante i sacrifici in termini sia di tempo che di denaro, sono una donna soddisfatta e se non avessi mia figlia avrei magari gli stessi “pensieri” di oggi ma senza la soddisfazione più grande: la mia bimba! Quindi, il momento giusto non esiste, come non esiste un momento preciso nella vita in cui sei pronto a fare un salto nel buio, perchè diventare genitori è un’incognita ed ognuno lo vive a modo suo. Infatti, seguendo lo stesso concetto, non esistono i genitori perfetti, nonostante tanti manuali te lo vogliano far credere!!
Quindi buttatevi, è quello che vi suggerisco io!! Vedrete quante novità vi aspettano … fammi sapere!! Un abbraccio. Una mamma
Da ieri partecipo a questi commenti e mi piace molto perché finalmente condivido con qualcuno questa esperienza, visto che la mia famiglia non mi aiuta quasi per nulla ed il mio compagno che da quando è nato il bimbo sembra diventato improvvisamente il Presidente dell Repubblica, oberato di impegni. Questo è il mio maggior dispiacere, non avere un aiuto, un conforto, un chiarimento ai miei dubbi ed alle paure, al punto che a volte la cosa più banale da afre mi sembra la più tremenda. In effetti è cambiata solo la mia vita e la sua no. E’ un libero pofessionista, ciò che faceva prima continua a fare, solo che prima della nascita era SEMPRE con me, rinunciando al suo lavoro o portandomi allo studio, ora invece è assente SEMPRE e soppesa tutto quello che fa, minimizzando tutto ciò che faccio io. Però vorrei arrivare al succo, come leggevo nel commento, confermo, che se anche io ho azzerato la MIA vita, sono anche rientrata in ufficio, pago la baby sitter, cucino, lavo e stiro e faccio pulizie e spesa badando al bambino come fosse un principe, sono felice per avere una gioia così grande. Se il papà non ha capito gli sforzi che faccio forse non li capirà mai e si perde il piacere di costruire qualcosa con me, visto che è preso solo da sé stesso. Del resto per sé non rinuncia mai a nulla ! Vale la pena di fare grandi sforzi anche se si è da soli, perché loro danno grandi soddisfazioni, certo è dura uscire per andare al lavoro, specie quando c’è qualcuno che potrebbe fare poco poco e darti una grande mano e specie quando questo lavoro non ripaga come si vorrebbe ma non si può farne a meno. Ci vuole coraggio e intesa con il bimbo/bimba in modo che non manchi mai quell’affetto che noi mamme vogliamo dar loro e che loro si aspettano senza dubbi da noi. Ecco perché mi chiedo : come si fa a trattare male i bambini ? Come fanno le anime dannate a far loro del male ? Io gli voglio un mondo di bene. Ciao
Ciao Chiara,
io non posso lamentarmi perchè mio marito mi aiuta (per quanto può) con la bimba e addirittura mi aiuta con il sito, visto che io dal punto di vista tecnico valgo meno di zero, però mi sono resa conto che quando hai un figlio è la mamma che se ne occupa in tutto e per tutto.
Una mano spesso farebbe piacere, però i papà-latitanti non sanno davvero cosa si perdono! Certo è la qualità del tempo e non la quantità che si dedica ad un figlio ad essere importante, ma secondo me i bambini capiscono chi è sempre disponibile e su chi possono fare affidamento e su chi no! Quindi vedrai che i risultati si vedranno e quando tuo marito si offenderà perchè il tuo piccolo principe non lo considererà tanto, sarà tutto “merito” suo!
Un abbraccio.
Una mamma
E’ vero, è proprio come dici tu. Già ora, che il mio bimbo ha 9 mesi appena compiuti, lui si irrita perché apre le braccia cercando me e rifiuta lui il quale, nonostante il gran bene che gli vuole, ogni volta che lo prende in braccio, ad esempio quando ho qualche necessità impellente, lo prende e lo passa nel box, cosa che io non faccio mai, gli sto vicino finché posso e non lo mollo per bere il caffèlatte, piuttosto lo bevo tenendo lui sulle ginocchia. E concordo anche con te sulla qualità del tempo, solo che quando sei oberata di cose da fare e magari un po’ fuori forma per il grande caldo, la troppa stanchezza, il sonno dovuto al suo russare, basterebbe dire, non preoccuparti, cambio io il bimbo (mai accaduto in nove mesi …) oppure apro io il cancello alla baby sitter. Invece purtroppo questo suo egocentrismo sta inquinando la qualità del mio tempo dedicato a quella stellina ! Scrivo queste cose non per sfogarmi ma solo perché spero che qualcun altro/a, leggendole, possa capire che i bambini si fanno in due e che si deve collaborare e partecipare per non far succedere disparità. Inventarsi di essere super-impegnati non serve a molto, perché anche io lo sono ma il tempo per mio figlio c’è SEMPRE e sempre ci sarà. Sai a volte cosa penso ? Se io avessi un qualsiasi incidente, ed è probabilissimo perché io per risparmiare secondi preziosi, vado a lavorare sfrecciando in Vespa, nessuno (aldifuori della baby sitter che da un mese si prende cura di lui perché io sono stata in congedo parentale e ferie per mesi e mesi) saprebbe quali sono le esigenze del mio bambino, dalla pappa al cambio, ai vestititini. Non credi sia assurdo ? Perdonami lo sproloquio ! P.S.: vorrei aggiungere che il mio bimbo è tranquillo e sereno come una Pasqua e cresce bellissimo. Allora i miei sforzi fruttano ? Ciao.
Questa volta scrive un papà. Scrivo per avere dei consigli su come comportarmi con mia moglie. Abbiamo due bimbe di 3 anni e mezzo e 2 anni e mezzo. Entrambi le amiamo alla follia. Ma ho problemi con mia moglie. Sin dalla nascita ho allentato il mio impegno lavorativo ed ho dedicato tutto il tempo possibile alle mie figlie ed a mia moglie. Ho fatto bagnetti e cambiato pannolini, ho dato tempo libero a mia moglie durante il giorno. Quando si svegliavano la notte, nonostante per lavoro debba alzarmi molto presto, mi dedicavo alle mie figlie anche per fare riposare mia moglie che altrimenti avrebbe sbuffato per tutto il periodo. A volte, quando la bimba di turno si riaddormentava era già il momento di andare a lavoro.Lei ha scelto di lasciare il lavoro per dedicarsi fulltime alle bimbe. Risultato attuale, mia moglie asserisce che l’educazione delle bimbe è compito suo. Se non ci fossero le due bimbe probabilmente avrei già deciso di separarmi, ma quando penso a come potrebbero vivere questa situazione le bambine mi viene l’angoscia. La mia infanzia non è stata molto felice e sono sempre attento allo stato d’animo delle bimbe, proprio perchè ho vissuto situazioni che mi creavano tristezza ed angoscia. Non le vizio, anzi sono piuttosto duro quando fanno capricci anche se in realtà ne fanno pochi. Non so come risolvere la situazione perchè mia moglie nonostante abbia più volte cercato di farle capire che il nostro rapporto conflittuale creerà problemi alle bimbe non riesce a comunicare con me. Probabilmente non prova più amore nei miei confronti, ma questo non mi preoccupa. Le ho chiesto di riprendere a lavorare se è questo il motivo di tanto astio nei miei confronti ma non ho ricevuto risposta. Oggi il mio più grande desiderio è di trovare una soluzione per far crescere le bimbe in una tranquilla armonia.
Un papà.
Caro Maurizio,sai benissimo che non conta quanto tempo si sta con i figli, ma la qualità del tempo che si dedica loro. Non credo siano i figli il vostro problema, cercate di risolverlo tenendole fuori! So benissimo che quando si è tanto stanche per seguire la casa e le figlie si diventa irascibili e poco affettuose e di questo (che sto vivendo in prima persona) mi scuso spesso con mio marito, ma è + forte di me: se non dormo ho i nervi a fior di pelle … ma solo con lui! Con le bimbe invece sono mielosa! Sarà che ci si scarica proprio con chi si è più in confidenza? Forse tua moglie ha solo bisogno di riposarsi e di scaricarsi! Parlatene con calma. E non vedo perchè tu non puoi aiutarla nell’educare le vostre bimbe, basta che abbiate metodi simili o, comunque, che seguiate gli stessi principi! Fammi sapere e non buttarti giù. Un abbraccio da Una Mamma
[…] in un periodo di incertezze lavorative ed economiche come questo, lavorando da casa in smartworking si possono ottimizzare i tempi ed approfondire argomenti che viviamo […]