Home GRAVIDANZA Il futuro di nostro figlio si decide quando è ancora nell’utero

Il futuro di nostro figlio si decide quando è ancora nell’utero

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Secondo il libro “The Fetal Matrix Evolution. Development and Disease” di Peter Gluckman e Mark Hanson, il nostro destino viene definito tra il concepimento e la nascita.

Il feto nell’utero elabora i dati e gli stimoli che gli arrivano dall’esterno attraverso la mamma e li usa per organizzare la propria crescita in base alle condizioni che immagina di trovare alla sua nascita. Se le previsioni non corrisponderanno alla realtà, da adulto non avrà gli strumenti adatti ad affrontare l’ambiente in cui si trova.

Per esempio, se la mamma mangia poco, il feto è denutrito e cercherà di risparmiare tutto lo zucchero possibile, sviluppando una resistenza all’insulina; ma se dopo la nascita avrà un’alimentazione normale, la carenza di insulina cronica potrà favorire l’insorgenza del diabete. Con questo, non è che la mamma debba abbuffarsi di cibo, ma deve nutrirsi in modo sano e corretto e ricordate che il feto conserva anche memoria dei sapori e sviluppa gusti e preferenze.

Sembra addirittura che l’abilità atletica, le preferenze sessuali e addirittura il numero di partner sessuali sia determinato da ciò che accade nel grembo materno: è l’esposizione del feto a testosterone ed estrogeni a produrre gli effetti maggiori nell’utero e, di conseguenza, nella vita.

Un biologo dell’Università del Lancashire ha elaborato una teoria secondo la quale chi ha il dito anulare più lungo dell’indice è stato esposto in utero soprattutto a progesterone e quindi è più iperattivo, aggressivo, rissoso, ma anche bravo calciatore e predisposto allo studio della matematica. Invece chi ha l’indice più lungo dell’anulare dà segno di esposizione in utero all’estrogeno, il che per un maschio significa avere un alto numero di partner sessuali, ma porta ad essere più predisposti ad attacchi cardiaci nei primi anni dell’età adulta Quest’affermazione spinge subito tutti a controllare la lunghezza delle proprie dita: ma com’è che ho l’indice lungo come l’anulare … cosa vorrà dire? Mah!!!

Anche lo stile di vita della futura mamma condiziona la crescita del feto: chi ha avuto la mamma costretta a letto per più di tre mesi durante la gravidanza ha avuto pochi stimoli motori ed avrà qualche difficoltà in più di equilibrio, in effetti mia figlia ha iniziato a camminare a 17 mesi, forse perchè io sono stata molto tempo immobile nei primi mesi della gravidanza??

Invece le mamme che in gravidanza hanno fatto molto movimento/sport non avranno di questi problemi, ma faranno più fatica a far dormire il proprio bebé.

Mai agitarsi durante la gravidanza perchè le mamme stressate trasmettono al feto dosi massicce di cortisolo (ormone dello stress) ed il feto matura i suoi organi più rapidamente perchè intuisce che potrebbe essere costretto a nascere prima. Questi bambini spesso hanno anche un sistema immunitario poco efficiente.

Approfitto per ricordare alle future mamme di nutrirsi in modo equilibrato; parlare al feto per aumentare l’attaccamento del bimbo ai genitori ed aiutare lo sviluppo del linguaggio e della memoria; effettuare esercizi di respirazione per aumentare l’ossigenazione della placenta e smettere assolutamente di fumare e di bere alcolici!

2 COMMENTS

  1. bello, interessante, probabilmente anche vero ma un pò riduttivo.
    e in contraddizione con la capacità e la volontà umana di crescere, sapere, fare evolvere se stessi.
    mi convincono poco le teorie che predefiniscono tutto a priori definendo ciò che saremo per tutta la vita.
    solo chimica e biologia?
    e l’educazione, gli affetti, gli insegnamenti, l’educazione alimentare dove stanno.

    se si gioca tutto nei nove mesi tanto vale poi non fare più nulla come genitori …

    mi scuso per la voluta provocazione, ho voluto, per così dire “stressare la questione”, portarla al suo limite estremo.
    poi sono la prima a pensare che una donna in gravidanza avrebbe il diritto alle migliori condizioni possibili.

    ma se così non è, per sfortuna, caso o accidente, deve essere possibile nel corso della vita modulare l’impatto iniziale.
    in fondo la vita dura nella media più di 70 anni e non solo nove mesi.
    peraltro non si spiegherebbero tutte quelle teorie che mirano a modificare il corpo e la mente (elettro-chimica compresa)
    un saluto monica

  2. Direi, cara Monica, che hai centrato il segno: la vita umana va al di là di scatole già preconfezionate, almeno qs. é quello che penso io! Ciao

    Ps= complimenti per il tuo blog!

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