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Le manovre per fare girare un bimbo podalico

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Il bimbo, nella pancia della mamma, si dovrebbe girare a testa in giù, verso la 32/ 33 settimana e comunque, di solito, entro la 36.

La leggendaria “capriola“, per essere finalmente pronto sulla rampa di lancio, a volte però non accade per vari motivi. 4 bambini su 100, difatti, non si incanalano nella posizione giusta, anche se le cause sono per lo più sconosciute.

Può incidere sovente la conformazione fisica della mamma e del suo bacino, oppure se si tratta di gemelli, se si ha la placenta previa o troppo liquido amniotico. Inoltre non tutti i bambini podalici sono posizionati allo stesso modo: molti infatti si presentano con il sederino, altri con le ginocchia, altri hanno posizioni composite, con culetto e piede annesso.

Allora che cosa devono fare i futuri genitori per avere un parto privo di rischi e non sottoporsi ad un taglio cesareo?

Ci sono diversi modi per gestire la presentazione podalica. Alcuni ospedali, non molti però, praticano la manovra di rivolgimento esterna per fare girare il bambino. Il movimento viene eseguito di solito da un ginecologo. Prima si esegue l‘ecografia per vedere le condizioni del bambino e per controllare se c’è abbastanza liquido amniotico. Poi viene somministrato  un farmaco per evitare contrazioni. Dopodichè il medico esegue una pressione sulla pancia con le braccia e con il proprio corpo per aiutare il feto a girarsi. La manovra deve durare non più di 3 minuti ed ha un successo del 70%.

Il feto poi viene messo sotto controllo per un’ora e, se tutto va bene, rimandano a casa la futura mamma. Questo tipo di sistema risulta essere un pò doloroso per la donna ed in certi casi si può avere la lussazione della spalla del bimbo. Raramente poi si sono registrati casi di rottura anticipata delle acque. Ma sicuramente se si può avere così un parto naturale, val la pena almeno provarci…

Un altro metodo meno invasivo e sicuramente più naturale è la moxa. E’ una terapia alternativa che in giapponese significa “bruciare una pallina di erbe”. In questo caso si tratta dell”artemisia, che viene venduta sotto forma di coni o palline, anche in farmacia. Questi sono appoggiati direttamente sulla pelle, in particolare vengono applicati sul mignolo del piede, 15 minuti su quello destro e 15 minuti su quello sinistro, per 2 volte al giorno. Si brucia l’estremità superiore fino al completo esaurimento del materiale. Si può fare anche nelle ultime settimane, non ha controindicazioni e viene eseguita per un minimo di 15 giorni.  Certo non è facile trovare chi possa attuare questa terapia naturale, ma esistono oramai molte ostetriche che si sono avvicinate a queste pratiche.

Lo stesso discorso e con una buona percentuale di successo vale nel sottoporsi ad  agopuntura, che in certi ospedali viene passata anche dalla mutua ed a volte basta una seduta o due perchè il bimbo si giri.

Se si rimane scettici di fronte a questi metodi, però, esistono altre alternative, come ad es. nuotare ed eseguire alcune posizioni ginniche: mettersi a candela, o supina con 4 cuscini sotto il bacino, sollevandolo per facilitare così l’apertura dello stesso.  Bisognerebbe fare questi esercizi per 10-15 minuti al giorno. Mettersi anche a “4 zampe“, nella classica posizione yoga del “gatto“, per poi muoversi così per la stanza, in modo da facilitare l’apertura del bacino.

Un’altra manovra che la mamma può fare da sola è quella di stimolare la parte interna dell’ultimo dito del piede destro, proprio la punta del “mignolino”, nel suo lato interno. La sera quando è già a letto ed è più rilassata, cosi lascia al bimbo più spazio per muoversi.

Dal punto di vista omeopatico si può assumere anche la Pulsatilla 200 CH, dalla 35 settimana. Essa agisce globalmente sulla persona, andando a sciogliere i blocchi energetici in maniera profonda.

Ma quello che è emerso comunque dalle mie ricerche, in merito al diverso tipo di manovre, è quella di rispettare “la volontà” del bambino. Sia la Dr. ssa Pandolfo, il ginecologo dello Sportello d’Ascolto di Unamamma e sia  Giovanna Puglisi, la doula che collabora con il nostro blog, hanno evidenziato questo aspetto. Molte volte, quindi, il troppo accanimento sul volere girare a tutti i costi il bambino può essere controproducente ed andare contro la natura stessa del feto. Per questo è importante, per la futura mamma, parlare dolcemente con il proprio bambino, massaggiando la pancia,  per trovare la soluzione più adatta, perchè lui sicuramente l’ascolterà ed indicherà il modo più consono per nascere.

7 COMMENTS

  1. Sono un’ostetrica. Non mi è chiaro come la doula possa essere chiamata dottoressa, visto che non ha una laurea in niente! L’abuso di professione è illegale nel nostro paese…ci tengo a precisarlo!

  2. non possiamo sapere se la signora puglisi e’ dottoressa o no…puo infatti essere laureata in qualsiasi coa ed essere anche una doula, per cui puo’ fregiarsi del titolo di dottoressa.

    di quale abuso di professione si parla?

    sara

  3. Cara Elisabetta, nessuno voleva attribuire niente. Io non so da quanto tempo ci segui, ma come abbiamo detto più volte, questo è un blog e non un sito medico. La doula è una figura assistenziale, certamente non medica, ma che viene oramai considerata di “rilievo” durante il parto e non solo. Come si legge nel ns. post: https://www.unamamma.it/2009/06/18/che-cosa-e-la-%e2%80%9cdoula%e2%80%9d/trackback/
    Resto a tua disposizione, se vuoi, di altri chiarimenti in merito. Ciao

  4. La doula??? È adesso una doula cosa ne sa di cosa è meglio per un feto o per sua madre? O povere donne in che mani siamo…. Tutti si improvvisano professionisti senza avere studiato un cavolo. Ostetriche riprendiamo in mano la situazione prima che sia troppo tardi!!!

  5. Ciao Camilla, la figura della doula è complementare al medico ed all’ostetrica e non vuole certamente sostituirsi a nessuno. Semmai è un aiuto in più al momento del parto. Un abbraccio

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