Scopri e asseconda il talento del tuo bambino

2

Qualche volta il talento nasce cercando di combattere una paura, facendola diventare la propria forza.

Per esempio, dalla fobia dell’acqua può nascere la passione per il nuoto. Magari il primo impatto era stato proposto dai genitori troppo presto, non era il momento giusto, poi quando il bambino se la sente può prenderci gusto ed appassionarsi, dimostrando a se’ e a gli altri che non bisogna precorrere i tempi: solo perchè i coetanei apprezzano un’attività non vuol dire che debbano amarla tutti!

Mi è successo con la mia bimba più grande per la danza. Pensare che era stata lei per almeno due anni a chiedermi di andarci, poi quando ha iniziato all’età di quasi 6 anni ha retto sei mesi, per poi decidere di abbandonarla, visto che era richiesta troppa disciplina e che non era in armonia con le compagne. Ho accettato la sua decisione, nonostante io sia andata per ben 10 anni nella stessa scuola, iniziando alla sua età. Mi è dispiaciuto, non lo nascondo, ma non ho voluto insistere. Ora, a sei mesi di distanza, mi chiede di nuovo di andarci. Cosa faccio? La assecondo?

E’ difficile per un genitore che ha davanti agli occhi le proprie creature quotidianamente riconoscere il loro talento. C’è chi li vede bravi a fare tutto e c’è chi li vede negati! Bisogna lasciarli esprimere, essere spontanei, senza la ricerca della perfezione o dell’omologazione, i bambini non sono tutti uguali!

Proponiamo attività o sport, ma se vediamo che non piacciono non insistiamo. Cerchiamo di non condizionarli. Possono anche sviluppare delle inclinazioni che poi non continuano. C’è chi inizia a studiare piano, poi lascia perdere. Magari ama la musica, ma capisce che quello non è lo strumento giusto, non dobbiamo vederlo come un fallimento, ne’ come del tempo sprecato. Idem per gli sport.

Come spiega Raffaele Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, “il talento è una forza segreta, una spinta interiore svincolata dal pensiero razionale, che a un certo punto affiora, senza alcuna ragione e alla quale bisogna abbandonarsi. Il ragno fa la sua ragnatela senza che nessuno glielo abbia mai insegnato“.

2 Commenti

  1. Il rischio a volte è anche quello di riversare sul figlio le aspirazioni di noi adulti, insistendo su sport che non piacciono affatto…Ho un’amica che ha forzato per anni a far fare a sua figlia pattinaggio sul ghiaccio e che poi adesso difatti la bimba sta rifiutando totalmente proprio per questo “sogno” nel cassetto della propria mamma!

  2. Io ho fatto e faccio tuttora sport agonistico. Sarei un ipocrita se dicessi che non mi piacerebbe che mia figlia praticasse con piacere la mia disciplina. Ci ho pensato diverse volte, spesso quando era ancora piccolissima, ma mi sono ripromesso di non forzarla in niente. Lei seguira’ quello che le dice il cuore, e’ giusto cosi’, la vita e’ sua e certe scelte (almeno queste, dove si parla di diletto) e’ giusto che le faccia lei.

    Premesso questo, torno cmq a sperare che scelga il nuoto. Non certo per realizzare le mie aspirazioni o gli obiettivi che non ho saputo raggiungere io. Quanto piuttosto perche’ le saprei essere vicino, dare mille consigli, parlare nella stessa lingua, esserle d’aiuto in ogni occasione, esserle complice. E sicuramente non riuscirei nello stesso modo con un altro sport.

    Infine un brevissimo aneddoto: io da piccolo soffrivo di scoliosi. I dottori mi hanno spinto in vasca mio malgrado. Non amavo affatto il nuoto per i primi 2-3 anni di pratica. Poi le cose sono cambiate a tal punto che oggi ne farei il mio mestiere se solo riuscissi a farci vivere serenamente la mia famiglia. Questo per dire che non sempre quello che non si ama all’inizio e’ per forza un’attivita’ sbagliata.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here