Mamme, prendiamola con filosofia!

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La filosofia nasce dalla meraviglia, scrisse Aristotele, dall’esigenza di fare domande su di sé e sul mondo. Come fanno i bambini, insomma.

C’è un blog dove Vittoria, una Prof precaria di filosofia e mamma a tempo indeterminato di babyP (Penelope) da un anno e poco più, ci insegna come sopravvivere grazie all’aiuto della filosofia, come esercizio di meraviglia per la vita di tutti i giorni.

La filosofia di babyP insegna a fare di meno ed esserci di più. Io, che sono prof di filosofia per davvero, sto imparando, con lentezza. Oggi, per esempio, a scuola spiegavo Epicuro, che piace sempre, persino ai miei studenti. Il suo pensiero è terapeutico: non solo ci spiega come guarire dalle paure, ma ci svela anche qual è la via per essere davvero felici.

La felicità è il piacere, ma non il primo che ci passa per la mente. Epicuro invita a un calcolo razionale dei piaceri per evitare l’inseguimento di un desiderio che non porterà mai a un progetto di felicità.

Potremmo classificare i piaceri in:

1) non naturali e non necessari (potere, ricchezza, fama)

2) naturali ma non necessari (bere champagne, mangiare a un ristorante “stellato”, avere una liaison con Johnny Deep)

3) naturali e necessari (amicizia, libertà, pensiero, bere e mangiare sobriamente)

La mia lista:

a. iPhone 5: abbandono definitivo dei miei cellulari in offerta a 59.90
b. piscina in casa per riuscire a nuotare e lavare via i pensieri
c. scuola modello-Svezia ma a 5 minuti da casa
d. stuolo di tate, collaboratrici, cuoche sopraffine; un maggiordono/general manager della mia vita
e. aperitivo -lungo, lunghissimo- con le amiche
f. il faccino del ’99, e pure la mise spagnola
g.una valanga di tramezzini
h. leggere, leggere, leggere. indisturbata in mezzo al mare

Analisi della lista dal punto di vista epicureo: il mio progetto di felicità risulta essere infondato.

I piaceri a), b), d), f), g) appartengono alla categoria dei più turpi piaceri, surrogati di quel che veramente desideriamo, ma non abbiamo.

I piaceri c), e), h) rientrano sì nei desideri naturali (svolgere decentemente il proprio lavoro, l’amicizia, il leggere) ma corrotti da condizioni non necessarie.

La lista di babyP:

a. Amicizia sincera e disinteressata.

b. Pasto frugale di briciole (“mandami un pentolino di cacio perché possa scialare un po’”)

c. Anelito alla libertà.

d. Pensiero puro.

Analisi dal punto di vista epicureo: il progetto di felicità di babyP risulta essere corretto, equilibrato, fonte di futura soddisfazione per la mamma. Tutti i desideri, infatti, sono catalogabili tra i piaceri naturali e necessari.

La filosofia di babyP insegna a usare l’immaginazione. A eliminare i fronzoli e guardare l’essenziale. A sentirci serene, soddisfatte e imperturbabili nonostante la cena da preparare, mille body da lavare, la baby sitter latitante, le urla provenienti dal salotto, le occhiaie violacee.

Insomma, a meravigliarci come fanno i veri filosofi e i bambini.”

http://lafilosofiasecondobabyp.blogspot.it/

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