In troppi pensano che nell’Italia del 2014, visto che se ne parla davvero poco, il contagio sia sparito e intanto l’Aids si diffonde tra i cosiddetti “insospettabili“: professionisti eterosessuali over 40 ed adolescenti alle prime esperienze sessuali. Purtroppo, con circa 140mila sieropositivi e oltre mille decessi l’anno, il nostro Paese ha il primato negativo in Europa occidentale.
L’Aids, infatti, è una malattia che continua a uccidere, spesso silenziosamente. Secondo l’Unaids, dall’inizio dell’epidemia, più di 30 anni fa, fino al 2013 sono state circa 78 milioni le persone contagiate e 39 milioni i morti per infezioni collegate all’Hiv, nella maggior parte dei casi per tubercolosi. Nel mondo, inoltre, più di 35 milioni di persone convivono con il virus, a volte senza esserne a conoscenza. Circa 3 milioni sono bambini, più della metà donne, tra le quali l’Hiv è la principale causa di morte in età riproduttiva.
L’Aids si trasmette in due modi: sangue (tossicodipendente, trasfusione, passaggio del virus da madre a feto) e sesso (rapporti sessuali senza preservativo). Questo virus sembra sia “fuori moda“, non se ne parla più (come tanto si faceva negli anni ’80) e gli adolescenti non lo conoscono e non si proteggono! Solo 9 adolescenti su 100 usano il preservativo. L’educazione sessuale a scuola non esiste e i genitori spesso non pensano neppure lontanamente di affrontare un argomento simile.
Bisognerebbe rendere più accessibile anche ai minorenni il test, senza dover avere il consenso dei genitori, ai quali si potrebbe comunicare solo un’eventuale positività per essere di supporto ad un giovane che si trova a dover fronteggiare un trauma simile e gestire una potenziale fonte di contaminazione. Per non farlo sentire emarginato.
Oramai le pubblicità televisive non hanno più l’impatto di una volta, forse grazie al web si potrebbe far partire una campagna di sensibilizzazione per prevenire l’Aids, oltre ad una buona campagna di educazione sessuale per gli adolescenti. I ragazzi, dopotutto, vivono on line e gli specialisti potrebbero sfruttare la situazione per parlare ai giovani di temi complessi come sessualità, contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili.
Il computer, anonimo e confidenziale, è uno strumento educativo efficace, in alcuni casi anche più di un incontro dal vivo e può modificare comportamenti sessuali a rischio. Internet è uno strumento efficace, che permette di fare domande imbarazzanti, quelle che non si farebbero mai di persona e dà ai giovani la sensazione di potersi confidare con qualcuno, in qualunque momento. Ogni giorno ricevo messaggi su questo blog di ragazze che si vergognano a parlare col medico di famiglia o col ginecologo, che non sanno come individuare il periodo fertile, magari giovanissime, oppure di ragazzi, preoccupati per i ritardi nel ciclo della partner, per un preservativo usato male o interessati a saperne di più sulle malattie sessualmente trasmissibili, sui loro sintomi e sul modo di contrarle. La maggior parte delle domande riguarda la contraccezione, le interazioni tra la pillola e gli altri farmaci, le differenze tra i vari contraccettivi.
Quello che spesso colpisce è la straordinaria ignoranza dei giovani su una materia che, invece, dovrebbero padroneggiare per evitare guai. Molti ragazzi prendono per buone le storie che girano su Internet e spesso fraintendono vicende personali che emergono dal passaparola dei forum.
In Italia ci ha pensato la Sigo (la Società italiana di ginecologia e ostetricia) con un sito che propone documentazione, un numero verde dedicato alla contraccezione, una consulenza ginecologica via mail e una chat. Ricordatevi che ci si può far visitare in un consultorio, far degli esami e farsi prescrivere un contraccettivo o la pillola del giorno dopo senza che i genitori lo vengano a sapere…sempre meglio che seguire i consigli dei coetanei sui social network! Proteggetevi!