Ieri, al Circolo dei Lettori di Torino, sono miracolosamente riuscita ad assistere alla presentazione del romanzo “La verità, vi spiego, sull’amore“ di Enrica Tesio. Miracolosamente, perchè sono arrivata di corsa dal lavoro con un’amica ed abbiamo rischiato di vederla dalla stanza laterale su uno schermo, tante erano le persone pronte ad applaudire l’autrice. Non sarebbe stata la stessa cosa, quindi abbiamo resistito fin quando non hanno spostato 15 cappotti da due sedie!
Enrica Tesio, anche fondatrice del blog Tiasmo, ha raccontato, con l’aiuto del brillante Matteo Negrin, il suo romanzo dichiaratamente autobiografico, “anche se ai figli sono stati attribuiti nomi diversi e se sono presenti personaggi inventati“; insomma, Enrica ha cercato di cambiare un po’ le carte in tavola, ma quello che si legge è la sua vita. Vita raccontata in certi paragrafi come se si trattasse del vissuto di altri, ma in altre parti troviamo una sensibilità che ti tocca nel profondo e che spesso ti commuove. Enrica sdrammatizza la separazione dal compagno, ma sotto l’ironia restano i sentimenti.
Dalla sua frase “Sono una madre di merda“, Negrin chiede come reagirebbe se i suoi figli criticassero nel futuro quello che ha scritto su di loro, rinfacciandoglielo. Parte, quindi, un discorso su quanta retorica ci sia intorno alla maternità ed Enrica può testimoniarlo grazie al suo blog, dove svela le sue imperfezioni di mamma e si confronta con gli altri, anche per accettare critiche o consigli. I suoi follower sono mamme, ragazze, ma anche uomini “spaesati”. Rimpiange la tribù che una volta ruotava intorno alla mamma, mentre ora è decisamente lasciata a se stessa.
Nonostante abbia il ruolo di “Influencer“, non interviene sui blog delle altre mamme, ma a volte sui forum…vediamo se lascerà un commento a questo post!
E’ prezioso l’intervento del poeta Guido Catalano e dell’attrice Marzia Maccarini nella lettura di brani del libro. Fantastico quello sulle varie tipologie di madri che si incontrano al parco: la madre “uno su mille ce la fa” che non considera minimamente i figli, salvati a loro volta dalla “madre Teresa” che li accudisce tutti, la “Mamma nostradamus” che lancia anatemi tipo non correre che sudi, la “Madre escatologica” che parla solo di cacca, “Madre coraggio” depressa, “Mamma Ebe” elargisce consigli ma probabilmente non ha figli, “Mamma gazzella” fa morire dal ridere (dovete leggerlo!), per finire con le “Mamme a grappolo” che si muovono insieme ed organizzano bicchierate e pizzate (senza prole) e si presentano sempre a grappolo …come le emorroidi (rende perfettamente l’idea!)
Anche il brano della coppia separata che si trova da sola ed in 50 min riassume 7 anni di vita insieme. Dal darsi i nomignoli, portarsi la colazione a letto a quando lui entra in crisi e lei punta i piedi sia per vivere insieme, sia per avere un figlio, con lui che accetta perchè non può stare senza di lei, per finire con un lui innamorato solo più dei figli.
Memorabile è il momento in cui la protagonista, prima di addormentarsi, riconosce e riscopre tutte le ragazze e bambine che vivono dentro di lei, come se fosse una Matrioska, per accettarle ed abbracciarle tutte, abbracciando tutta se stessa.
Catalano chiude leggendo la poesia contenuta nel romanzo: “Teniamoci stretti che c’è vento forte”
“(…) guardiamoci senza mai dimenticarci di guardarci
dentro gli occhi
c’è un vento così forte
che ci porta via
teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriàmoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
… e se non calma
perché potrebbe non calmare – bada – potrebbe
se ci molliamo
saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque
teniamoci stretti
che c’è vento forte
bellezza mia
ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio
se mollo questa presa di salvezza”
E la Maccarini declamando il “Decalogo di un bambino che verrà“: dove l’autrice avvisa “Sopravvivi all’adolescenza, il resto è in discesa” e “Cercherai sempre di piacere alle persone sbagliate”
Avrete capito che questa presentazione mi ha coinvolto, sia perché Enrica è una blogger/mamma/scrittrice/torinese/laureata in Lettere indirizzo Storia e Critica del Cinema come me, sia perché è riuscita con ironia ad aprirsi facendoci provare delle emozioni forti. Quindi, vi consiglio col cuore di leggere il suo romanzo, sperando ne seguano presto altri.