Essere mamma e lavorare è come avere due vite parallele: spesso ci si riesce a destreggiare tra i vari impegni, ma ci sono giorni invece in cui va tutto per il verso storto. Come fare?
Non è per niente facile. Tra pianti, lamenti e crisi di nervi, continuiamo a ripetere le stesse cose mille volte senza ricevere nessuna attenzione. Bisogna ammetterlo, a volte i nostri figli ci esasperano, niente va com’era previsto e ci ritroviamo ad essere tutt’altro che una mamma ideale. Ma state tranquille: è assolutamente normale!
Secondo il noto pediatra Winnicott, il senso di colpa che le madri provano è un un elemento che le rende responsabili e sensibili ai bisogni dei figli. Winnicott è uno dei primi ad aver messo in luce l’ambivalenza del sentimento materno, infatti, anche se si adorano i bambini, se si è pronti a tutto per il loro bene, succede di essere esasperati e profondamente in collera perchè “un figlio sciupa il corpo materno, il suo amore consuma la madre. Il mito della madre ideale e devota, insomma della madre perfetta esiste tuttora. Ci si sente una madre indegna non appena si prova del risentimento nei confronti dei figli“.
I padri, invece, come spiega la psicologa Lyliane Nemet-Pier, si lasciano fagocitare meno facilmente dai figli, forse perché, essendo meno presenti, partecipano anche meno alla vita della famiglia e poi si sa, nei momenti di panico noi mamme facciamo più fatica a dire di no.
Siamo forse diventati troppo esigenti nei confronti dei nostri piccoli? Vestirli alla mattina quando si ha fretta permette di guadagnare tempo, ma l’educazione non dovrebbe mettere in valore gli sforzi dei nostri figli ed incoraggiarne l’autonomia? Allora cerchiamo di essere coerenti!
– Non bisogna dimenticare che un bambino è in piena evoluzione e che noi siamo la sua guida. Che non ha la nostra concezione del tempo. Noi siamo stressati, non lui. Bisogna essere pazienti, il bambino vive in un mondo di cui si sente il centro, onnipotente nella realizzazione dei suoi desideri. Sta a noi abituarlo alla vera vita, progressivamente e senza traumi.
– Ogni figlio suscita in noi emozioni diverse. “Siamo profondamente coinvolti dai comportamenti dei nostri figli“, spiega la psicologa Lyliane Nemet-Pier. ” Si può essere molto pazienti con un figlio e meno con l’altro. Un bambino risveglia in noi delle ferite che sembravano guarite. Il passato viene a galla grazie ai suoi comportamenti, il suo sviluppo, le sue rivendicazioni. Con l’arrivo di un figlio, sfogliamo le pagine della nostra infanzia ” spiega la psicologa.
– La famiglia perfetta non esiste e i conflitti fanno parte della vita di tutti i giorni. Rinunciare per evitare le crisi non è il modo giusto per allevare un figlio. Attraverso i conflitti i membri di una famiglia affermano il loro ruolo e la loro differenza. Bisogna accettare nel miglior modo possibile lo sviluppo e le fasi di crisi del bambino.
– Gestire la rabbia. E’ stata una brutta giornata, sei stanca. Hai il diritto di dirlo! Senti crescere in te la rabbia, succede. Ma i tuoi figli non devono pagarne le conseguenze. Isolati, chiede aiuto a qualcuno (tuo marito…) e spiega ai tuoi figli che non ce la fai più. Più un genitore potrà esprimere e condividere la sua esasperazione, meno la farà subire al proprio figlio.
Secondo Winnicott una buona madre “dovrebbe consacrarsi al proprio figlio senza però spingersi fino al sacrificio perchè dietro a un sacrificio c’è sempre la distruzione della persona che si sacrifica e che finirà per farla pagare alla sua famiglia“. Certe madri non escono mai per amore per i propri figli, per restare sempre con loro e vivono tale situazione serenamente, altre invece si sentono soffocare: il concetto di sacrificio è diverso da una madre all’altra. Ma un bambino non cresce correttamente se ha l’impressione di essere un impiccio quando la madre gli concede qualche ora del suo tempo. Un bambino deve sentirsi amato, essere sicuro che ci piace stare con lui, che può`contare su di noi.
Tuo figlio ha oltrepassato i limiti e non ne puoi più? E’ il momento di ricorrere ad una punizione. Un bambino a cui non si dice mai di no, che può fare quello che vuole senza mai essere punito, che non trova delle regole da rispettare, si sente completamente smarrito. “Un bambino ha paura quando è sopraffatto dalla sua violenza, e si sente rassicurato quando dall’esterno si interviene per canalizzarla” spiega Winnicott.
Rispondere alla violenza con la violenza non è un buon metodo educativo. La punizione fisica non è una soluzione: l’importante è la spiegazione della regola e non la violenza della risposta.
Educare un figlio non significa vendicarsi appena combina un guaio. Sta al genitore stabilire delle regole di vita coerenti e rassicuranti. Il ruolo del genitore è di far capire al figlio che crescere significa fare uno sforzo e accettare le regole. Se un genitore non è sicuro di quello che impone al proprio figlio, rischia di cedere al primo scontro.
Infine, la televisione, i videogiochi e il succhiotto sono degli ottimi mezzi per avere un po’ di tranquillità in casa, ma hanno degli effetti negativi sullo sviluppo del bambino, che ha il diritto di esprimersi e di sfogare i suoi stati d’animo. Quindi, impariamo a sopportare un po’ di più i loro pianti, magari cercando di insegnare loro stando più sereni la mamma sarà anche più felice di giocare!
L’ultimissima di Repubblica: accompagnare i bambini a scuola porta stress!!! Sembra infatti che portare i bimbi a scuola farebbe perdere la pazienza e diminuirebbe anche la capacità e la concentrazione sulla guida… Naturalmente Repubblica riporta lo studio della Uniroyal e parla soprattutto di noi mamme perchè spetta a noi il maggior peso della routine quotidiana e questo è un dato di fatto!
Accidenti però, che rottura fare la parte della cattiva, ma se non c’è nessuno con cui alternarsi (per esempio un papà..) e si fa solo i bravi i nostri figli non impareranno mai un minimo di disciplina! Però è faticosissimo, per fortuna in ufficio non si deve urlare con nessuno e ci si può finalmente rilassare!
Stressante portare i figli a scuola? Soprattutto se non hanno neppure intenzione di alzarsi dal letto..non tanto di non andare all’asilo! Si fanno cose turche per svegliarli, convincerli a lavarsi, vestirsi ecc…poi incontri il vicino di casa che ti chiede “E quando arriverà il terzo figlio?” … vi lascio immaginare il mio sguardo infuocato…!! Credo non mi rivolgerà mai più la parola per i prossimi 6 mesi!