Se pensiamo alla mole di giochi che posseggono i nostri figli, non conviene in mente che anche i bambini meno fortunati che vivono nel sud del mondo giocano come loro. I giochi sono diversi per via dei costumi e delle usanze differenti dalle nostre, ma quello che li unisce ai nostri figli è il gioco, oltre al diritto che dovrebbero avere di trascorrere del tempo assolutamente spensierato.
Anche questi bambini, infatti, amano correre, saltare, nascondersi, costruire qualcosa con le proprie mani e lo fanno con ciò che hanno a disposizione, che non sono le costruzioni dei nostri figli, ma rametti, fango, pietroline o semplicemente interagendo con i coetanei con cui inventano storie ed avventure.
Il gioco è un momento fondamentale nella crescita, poiché permette non solo di socializzare con gli altri, ma anche di sviluppare le capacità di adattarsi alla realtà che circonda il bambino. Impara a scoprire il mondo intorno a se’ e spesso a superare situazioni non piacevoli. Con questo mi riferisco soprattutto al “gioco creativo“, quindi mi astengo dai commenti sui video giochi che oramai limitano le capacità dei nostri figli, oppure sul tempo trascorso di fronte alla televisione.
Sebbene ci siano attività diffuse in tutto il mondo come il calcio o il nascondino, ogni Paese ha dei giochi che riflettono la cultura e le tradizioni locali. Non c’è da sorprendersi che i bambini dello Zambia giochino a “il serpente” o che quelli siberiani abbiano un gioco specifico per attirare l’estate. In Ghana nascondono dei bastoncini e poi vince chi ne trova di più. In India giocano a camminare come le formiche.
Ogni Paese ha le proprie particolarità ed i propri giochi e sarebbe bello poterli conoscere tutti. Esiste un’infografica dove ActionAid ha raccolto i giochi più diffusi dei bambini di altri continenti e che rivela molte curiosità sui loro passatempi, oltre ad informare sulle principali problematiche che i bambini di questi Paesi si trovano ad affrontare. Perché dietro a risate, salti e rincorse, ci sono bambini che non possono avere un’istruzione, che non arriveranno alla vita adulta per via di malattie che li uccideranno prima, a cui è stato negato il diritto all’infanzia a causa di un matrimonio precoce, oppure per via del lavoro minorile.
Io oggi ho deciso di cambiare la vita di un bambino del sud del mondo, prendendomi l’impegno di adottarne uno a distanza. Presto riceverò le sue foto, scoprirò dove vive, conoscerò la sua vita e la sua famiglia e riceverò le informazioni sull’intervento di ActionAid nella comunità di cui fa parte. Invito quindi anche voi a sostenere le iniziative di adozione a distanza di ActionAid per far sì che questi bambini possano continuare a giocare con la spensieratezza che spetta loro e sperare in un futuro migliore, aiutando a rispettare il loro diritto all’infanzia.