Nessun pediatra dovrebbe mai raccomandare la dieta vegana a dei genitori per il proprio figlio, nei primi anni di vita. Quanto a quella vegetariana, ci sono ancora dei dubbi: a patto che sulla tavola siano presenti il latte, le uova, oltre ad alimenti con vitamina B12, ferro e omega 3. Queste le conclusioni di uno studio presentato pochi giorni fa a Mestre, durante il Congresso della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps).
«La salute di ogni individuo si determina in larga parte nei primi mille giorni di vita, compresi quelli trascorsi nell’utero materno», afferma Vito Leonardo Miniello, docente di nutrizione e dietetica infantile all’Università di Bari e vicepresidente della Sipps, che assieme alla Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), alla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (Sima) e alla Società Italiana di Medicina Perinatale (Simp) ha scelto di prendere posizione sulle diete «veg» in gravidanza e nel corso dell’età evolutiva per evitare spiacevoli ripercussioni per la salute dei più piccoli.
«Le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate al corretto sviluppo del bambino: in chiave neurologica, psicologica e motoria. La maturazione cerebrale del bambino avviene in larga parte nei primi due anni di vita – prosegue Miniello -. Più le diete sono stringenti in questo periodo, maggiori sono le carenze e i rischi a cui si espongono i figli». Ecco perché, almeno fino al raggiungimento del quinto anno di età, la scelta non dovrebbe mai essere caldeggiata dagli specialisti ed è questo che dovranno spiegare i pediatri e nutrizionisti ai genitori che non vogliono che sulla tavola dei propri figli finiscano alimenti di origine animale. La scelta ideale, fin dai primi mesi di vita, rimane quella mediterranea, basata sul consumo prevalente di alimenti vegetali e sull’uso limitato di prodotti animali.
Per le donne che scelgono un regime «veg» in gravidanza, «non ci sono studi che dimostrino una maggiore incidenza di parti prematuri o di aborti, ma è comunque necessario un monitoraggio costante per evitare carenze nutrizionali». Per chi allatta, «una mamma vegetariana o vegana dovrebbe allattare al seno almeno fino ai due anni»: cominciando comunque il divezzamento dal sesto mese.
Il 4,6% degli italiani è vegetariano e il 3% vegano: oltre quattro milioni: se è una vostra convinzione, siete liberi di alimentarvi come credete, ma non obbligate i vostri figli a seguirvi…almeno per i primi anni della loro vita!