Le malattie digitali coinvolgono sempre di più non solo i bambini e gli adolescenti (in Italia 300mila ragazzi tra i 12 e i 15 anni hanno un problema di dipendenza da internet), ma anche gli adulti, che spesso non danno il buon esempio.
La sindrome da iperconnessione, “no wifi” fobia (paura di rimanere senza connessione mobile), FOMO (“fear of missing out”, paura di essere tagliati fuori dalle reti social), narcisismo digitale e phubbing (tendenza a ignorare gli altri perché immersi nel proprio cellulare), sono solo alcuni dei nuovi disturbi che richiederebbero l’intervento di un vero e proprio Digital Life Coach, per imparare a gestire al meglio il rapporto con la tecnologia.
Ma noi genitori saremo in grado di offrire ai figli l’aiuto necessario? O dovremo per forza farli assistere da medici e psicologi per monitorare, prevenire o affrontare questi problemi della Generazione Z?
Una di queste “malattie digitali” è la F.O.M.O., Fear of Missing Out, letteralmente la “paura di essere tagliati fuori”, quando non è possibile controllare cosa stanno facendo i propri contatti online, perdendo gli aggiornamenti, senza essere coinvolti nelle esperienze altrui. Questa condizione mette in evidenza l’ansia del voler controllare ripetutamente i profili social e le chat per essere sempre informati su quel che gli altri stanno facendo. Un comportamento che, se non soddisfatto, può portare a una vera e propria “crisi di astinenza”.
Durante le vacanze si dovrebbe pensare a divertirsi fuori casa con gli amici, invece è proprio in questo periodo che molti adolescenti fanno più fatica a staccarsi dal cellulare o dal pc, avendo più tempo libero a disposizione per controllare gli altri che escono e fanno attività divertenti con i coetanei.
I sentimenti di ansia, isolamento e solitudine colpiscono in particolare i ragazzi con bassa autostima e maggiore insicurezza, i quali dimenticano spesso quanto sui social network le apparenze possano ingannare, in quanto nessuno posterebbe mai un momento di noia o di rabbia.
Quali sono i segnali d’allarme della FOMO?
– Controllare costantemente lo smartphone e l’attività degli amici sui vari social network;
– ritardare il momento in cui si va a dormire per visualizzare in tempo reale, anche durante la notte, i vari aggiornamenti;
– commentare sempre e condividere tutto nella rete;
– avere l’illusione, attraverso l’uso dello smartphone, di non essere mai soli;
– togliere del tempo allo studio, lo sport, le uscite, il lavoro per restare connessi;
– essere convinti che quello che sta accadendo online sia migliore di ciò che si sta facendo nella vita reale;
– avere la percezione che gli altri siano più felici e più fortunati.
La FOMO non permette di godersi il presente perché la mente è concentrata solo su quello che non si ha, senza pensare che spesso ciò che viene condiviso sui social non è la realtà assoluta ma solo ciò che l’altro vuole mostrare.
Ecco i consigli per aiutare i figli a gestire la paura di essere tagliati fuori
- Mettete dei paletti e aiutateli a staccarsi da ciò che avviene sul web. Cercando di diradare il controllo continuo delle attività degli amici. Devono capire che, anche se non leggono immediatamente quello che ha postato l’amico, non crolla il mondo.
- Fate capire che i social non sempre rispecchiano la realtà. La realtà è quella che si vive nel quotidiano, non quella che si esibisce.
- Cercate di farli parlare e sfogare, perchè spesso alla base dell’impulso a controllare internet, c’è una sensazione di solitudine, di inutilità e di invidia per gli altri.
- Prediligere gli amici reali. È importante non permettere allo smartphone di allontanarli da chi hanno realmente vicino: gli amici non sono quelli che mettono i like ma quelli con cui parlare e condividere del tempo insieme!
- Se non riuscite a gestire in alcun modo l’impulso irrefrenabile dei vostri figli a connettersi e a ridurre il loro malessere, è utile chiedere un aiuto professionale per cercare di focalizzare meglio il disagio e individuare strategie per superarlo.
È fondamentale che i ragazzi imparino a non essere succubi della connessione, certo è più facile a dirsi che a metterlo in pratica: se avete “tra le mani” un adolescente e voi siete tutto il giorno in ufficio, come si fa a supervisionare e a gestire la situazione? Io sto facendo tutto quello che posso, ma spesso è una lotta contro i mulino a vento.