Inserimento al nido

Primi distacchi

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primo distacco

La mia bambina di due anni e otto mesi ha iniziato da poco ad andare al nido e, secondo l’abitudine della scuola che frequenta, sono state necessarie due settimane di inserimento per entrare nella classe dei divezzoni (2-3 anni).

Ho sentito dire che ogni scuola ha i suoi iter da seguire: chi fa fare solo una settimana di inserimento e chi, addirittura, lo fa saltare del tutto. Devo dire che due settimane sembrano lunghe, ma in realtà non lo sono affatto.

Ho iscritto mia figlia per due anni consecutivi ai nidi comunali, ma senza successo; ho anche aspettato che fosse convocata a gennaio, ma senza risultati, quindi ho deciso di iscriverla ad un nido privato per farle “fare le ossa” per almeno sei mesi prima di affrontare la scuola materna, dove oramai esistono solo più le classi eterogenee – ovvero diverse sezioni composte da bambini tra i 3 e i 5 anni e non una classe per quelli di 3, una per quelli di 4 e una per quelli di 5 anni – dove sarà la più piccola.

L’inserimento è stato più semplice del previsto: ho trascorso parte della prima settimana in un angolo della classe, cercando di essere il meno evidente possibile (su consiglio delle maestre), non dando confidenza agli altri bambini per paura che avvicinandosi facessero ingelosire mia figlia; ma dal terzo giorno ho cominciato ad interagire con loro (non ce la facevo più a stare ferma e zitta!) e questi bimbi non vedevano l´ora che una mamma (e non una maestra) fosse a loro disposizione, così ci siamo divertiti e mia figlia non si è dimostrata per niente infastidita.

Ogni giorno, per due ore, sono stata seduta su una seggiolina (che per chi è incinta di sei mesi non è il massimo!) per essere un riferimento per la mia bambina, in modo che si abituasse alla presenza di tutti quei coetanei. Lei giocava, esplorava la classe, interagiva, ma ogni tanto buttava un occhio per vedere se c´ero ancora.

Dal quarto giorno ho cominciato ad uscire dalla classe prima mezz’ora e poi un´ora, dicendole che sarei andata a comprare la focaccia. Il primo giorno la sua reazione è stata quella di correre verso la porta, aprirmela e dirmi “Di qua!” per indicarmi l’uscita, lasciandomi a dire poco di sasso.

Ma come? Dopo tutti i racconti di figli delle amiche che si disperano, neanche un accenno di pianto? Per carità, meno male, ma mi aspettavo un po’ più di sensibilità nei confronti di chi era agitata da mesi per l’arrivo di quel momento!

Il giorno successivo, quando le ho detto che sarei andata a fare la spesa, mi ha addirittura dato delle monetine che aveva in tasca, come dire “Te ne vai o no?”

Insomma, sono uscita dalla classe sempre per più tempo fino a restare solo più una mezz’oretta ed andare a recuperarla dopo la pappa (assenza di 3 ore) per il resto della settimana. Tutto sotto controllo!

La scusa dell´andare a comprare qualcosa è stata suggerita dalle maestre, per darle una ragione della fuga. E se non è la spesa si può dire che si va a lavorare!

All’inizio pensavo fosse una specie di presa in giro nei suoi confronti, ma poi mi sono resa conto che tutti i bimbi della classe immaginano la mamma tra i banchi del mercato e che questo li rende tranquilli!

Tanti suoi compagni, nonostante frequentino il nido da anni, tutte le mattine piangono al distacco dai genitori, ma mi hanno spiegato le insegnanti che non bisogna cedere, anche perché poco dopo tornano ad essere tranquilli come prima.

La psicologa, con la quale abbiamo fatto alcuni incontri pre-inserimento, ha detto che ci potrebbe essere una reazione negativa anche dopo un mese dall’inizio del nido, quindi di non essere troppo sereni, ma noi per ora cerchiamo di essere ottimisti!

Mia figlia è felice di andare a giocare con degli amichetti ed ha ragione, perché l’alternativa è stare con degli adulti o andare ai giardinetti, dove d´inverno trovare un bambino è più unico che raro!

L´unica cosa da mettere a punto è che, nonostante abbia preso l´abitudine a svegliarsi presto, alla sera non andrebbe mai a dormire. Ma pian pianino sta migliorando: alle 22 crolla!

L’effetto negativo dei primi giorni è stato che ha fatto la pipì nel letto un paio di volte (non ha il pannolino da 5 mesi). Ma credo che le sia scappata perché era talmente stanca da non rendersene proprio conto! Per fortuna è successo solo nei primi giorni, perché pensavo già fosse una reazione inconscia negativa, invece tutto ok.

Purtroppo ho potuto permettermi la prima settimana di ferie e la seconda settimana di mezze giornate di ferie, quindi portavo la bimba al nido, la andavo a prendere, ma dovevo lasciarla di nuovo di lì a poco per tornare al lavoro e questa è la situazione di cui ha risentito maggiormente, ma con molta calma, facendola ragionare, è riuscita ad accettarla.

Ora purtroppo la vedo solo al mio rientro dal lavoro alla sera, perché la accompagna il papà e la va a prendere la nonna o la baby sitter, ma sono contenta di essermi goduta e vissuta queste due settimane di inserimento.

E´ stato istruttivo per tutte e due: io ho visto com’è cresciuta la mia bambina e lei mi ha dimostrato di potercela fare da sola!

E´ stato un ennesimo momento di distacco mamma-figlia, uno di quei momenti che non si dimenticano!

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