Cosa fare e soprattutto cosa dire la prima volta che il figlio adolescente riceve una delusione in amore? Per esempio per quell’invito o quel regalo che non arriva il giorno di San Valentino?
Noi mamme e papà ci proviamo, fra sforzi di saggezza e stravaganti improvvisazioni, ma la situazione più verosimile è che un adolescente piuttosto che chiedere aiuto ai genitori, ricorra ad un coetaneo o a qualche sconosciuto social network. Insomma, noi genitori diventiamo l’ultima spiaggia e, spesso, ci sentiamo dire «Non mi capisci, cosa vuoi saperne!» entrando in una situazione per niente semplice.
Di solito, quando devo aiutare le mie figlie, parto dalla mia esperienza, ma dobbiamo ricordarci che anche per noi, quando avevamo la loro età e vivevamo le stesse sofferenze, non era facile sentirsi dire “Vedrai che passa!” “Quando sarai grande lo ricorderai come una sciocchezza!” o banalità simili. Mai minimizzare!!! Riconoscere invece che stanno vivendo uno dei maggiori dolori della vita (fino a quel momento).
Un grande scrittore, Steinbeck, trovò le parole giuste il figlio Thom quattordicenne, sofferente per amore.
“Se sei innamorato, è una buona cosa. Non permettere che nessuno la sottovaluti o sminuisca. Può succedere che quanto senti non sia ricambiato, per una ragione o per l’altra, ma ciò non renderà i tuoi sentimenti meno veri e belli. E non avere paura di perdere. Se deve succedere, succederà. La cosa più importante è non avere fretta. Le cose belle non scappano via“, il finale, semplice e universale con cui termina la lettera al figlio, è bellissimo! Ma oggi quelle parole basterebbero ancora?
Un consiglio che darei è proporre di sfogare i sentimenti forti che si provano in quel momento, scrivendo, dipingendo o comunque facendo qualcosa di “costruttivo”, che ne so, magari suonando uno strumento! Far capire che spesso soffrire per amore è addirittura bello, è comunque una sensazione che ti fa crescere (ma questo può dirlo solo chi non sta soffrendo in quel momento) e che esternando le proprie sensazioni potrebbe venire fuori qualcosa di buono, pensiamo ai cantanti che compongono le migliori canzoni quando sono giù di morale.
Dalla mia “esperienza” cinematografica, se si vuole sdrammatizzare la situazione, si potrebbe vedere il film “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” dove Massimo Troisi tradito dalla fidanzata diceva “Ma perché siete tutti così sinceri con me, che cosa vi ho fatto di male, io? Chi vi ha chiesto niente? Queste non sono cose che si dicono in faccia. Queste sono cose che vanno dette alle spalle dell’interessato.”
Invece, dal film “Proposta indecente” la frase storica “Se ami una persona, lasciala andare. Se torna da te è tua per sempre, se non lo fa non è mai stata tua”.
Ed infine il regista Dino Risi in “Tolgo il disturbo” faceva dire dalla nipotina al nonno (Vittorio Gassman): «Non è che la mamma non mi capisce: mi capisce, e anch’io la capisco. Eppure non lo so, non ci capiamo. Non so se capisci» rappresentando perfettamente la comunicazione genitori-figli!