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L’educazione emotiva a casa e a scuola

Rielaborare quello che è successo

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condivisione delle emozioni

Il 14 settembre ricominceranno le lezioni. Ma in realtà le scuole superiori riapriranno il 1° settembre, per garantire il recupero agli studenti con forti carenze in varie discipline.

In questi giorni ho ricevuto circolari sia dal liceo, sia dalla scuola media che frequentano le mie figlie, dove si parla di turni settimanali di presenza in classe, alternati a quelli della didattica da casa; di ingressi ed uscite scaglionate. Purtroppo non ho letto nulla sul fatto che, a settembre, la scuola dovrà soprattutto essere un luogo di rielaborazione da parte dei ragazzi di questo periodo che nessuno dimenticherà.

Gli studenti dovranno poter sfogare le loro emozioni, condividendole con i compagni. Dovrebbero poter raccontare le ansie e le paure vissute durante il lockdown e parlare dei dubbi non chiariti. Onde evitare che rimangano dei vuoti dentro di loro, che non saranno mai colmati.

Hanno trascorso mesi davanti a cellulari, tablet o pc, senza poter sfogare nessun sentimento, ne’ poter gestire le proprie emozioni. Quindi, dobbiamo integrare noi, insegnando l’educazione emotiva a scuola e in famiglia, per consentire ai nostri figli un’adeguata gestione dei sentimenti.

Nello specifico in 5 aree:

  1. Consapevolezza di sé: conoscere in ogni istante i propri sentimenti e le proprie preferenze per guidare le proprie decisioni.
  2. Autocontrollo: gestire le proprie emozioni e saper fronteggiare la propria sofferenza emotiva.
  3. Motivazione: usare le proprie preferenze per spronare se stessi al raggiungimento dei propri obiettivi e per aiutarsi a prendere l’iniziativa.
  4. Empatia: percepire i sentimenti degli altri e coltivare fiducia emotiva con persone fra loro diverse.
  5. Abilità sociali: gestire bene le emozioni nelle relazioni, saper interagire con gli altri.

Non aspettiamoci che succeda solo a scuola, perchè i ragazzi portano a casa tutti i loro nervosismi e si scaricano con chi è “costretto a sopportarli“, cioè mamma e papà 🙂

Quando non somatizzano in altre forme, che possono passare dal mangiarsi le unghie, al mal di pancia o ai tic nervosi. Dunque, stiamo attenti a tutti i piccoli particolari che ci possono far pensare a qualche forma di fastidio represso e, anche quando siamo le ultime persone con cui vorrebbero parlare, stabiliamo un rapporto con loro, in modo da non lasciarli soli e farli sfogare. Non è stato un bel periodo per nessuno!

 

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