Lo scenario è tipico: bambini che giocano al parco senza supervisione di genitori o nonni, baby sitter distratte che chiacchierano tra loro o al cellulare e che lanciano solo occhiate veloci ai piccoli che dovrebbe seguire con cura … praticamente l’incubo peggiore di ogni mamma e papà, cioè la tata irresponsabile.
Ma, per evitare di chiedere in continuazione a tutto il caseggiato cosa ne pensa della nuova baby sitter, e per dotare di un “terzo occhio” le famiglie apprensive, è scesa in campo una mamma newyorchese: Jill Starishevsky, giudice specializzato in crimini sessuali e abusi sui minori, creando un sito internet apposta, HowsMyNanny.com, “Com’è la mia tata”, per controllare le prestazioni delle tate coinvolgendo i passanti.
Pagando una quota annuale di 50 dollari, i genitori che si registrano ricevono una targhetta metallica con il logo – un occhio con dentro una carrozzina – e un numero identificativo. La targhetta, applicata al passeggino, autorizza i passanti a controllare le carrozzine con il bollino (e le relative babysitter) e a mandare al sito internet un rapporto su come lavorano e in che misura le tate seguono i nostri bambini.
Poco tempo fa le webcam segrete, piazzate in casa all’insaputa delle tate per controllarle, avevano creato un caso, ora l’idea che ogni passante possa trasformarsi in supervisore e giudicare come una babysitter sta facendo il proprio lavoro ha innervosito le dirette interessate, scatenando un dibattito infuocato negli Stati Uniti.
“Uno strumento utile” secondo il quotidiano Daily News, anche se non bisogna dimenticare che la maggior parte degli abusi avviene all’interno delle quattro mura domestiche e non c’è passante o vicino di casa che tenga!
Sulle pagine del New York Times Emma McLaughlin e Nicola Kraus, autrici del best-seller “The Nanny Diaries”, cronaca semi-seria delle disavventure di una babysitter a Park Avenue, dicono “quello di cui le tate non hanno bisogno è una targa il cui messaggio è: Non mi fido di te.”
Ma la “mamma-giudice” fondatrice del sito ha replicato che “non si tratta di spiare le tate, ma è solo un modo per offrire un senso di sicurezza a genitori che lavorano”. Ed, eventualmente, anche per capire se le vostre “dipendenti” sono davvero meritevoli.
Cosa ne pensate?? Adottereste questo metodo per vedere se i vostri piccoli sono davvero in buone mani?
non male da fare anche da noi
per me questo metodo è allucinante, fidarsi dei pareri dei passanti che magari hanno un metro di misura per valutare che non è detto che condividiamo… io ho una babysitter, sono fortunata perchè è una cara amica che conosco e poi comunque certe cose le noti fin da subito, se è affidabile…per me quello che conta è un buon passaparola tra amiche e conoscenti…