Quando avevo iscritto mia figlia alla prima elementare, la scelta era caduta sul tempo pieno e non il modulo perchè mi avevano assicurato che fino alla terza non ci sarebbero stati compiti a casa, se non al venerdì per il fine settimana e poca roba durante le festività.
NON E’ VERO. Bugiardi!
Mia figlia ha sempre avuto da fare i compiti a casa anche durante la settimana! Lo so che è lenta e che si distrae facilmente, ho sempre cercato di trovare una giustificazione al perché lei avesse spesso i compiti da finire a casa, con allegato il quaderno del compagno di turno che, invece, aveva finito tutto in classe. E quando le chiedevo “Ma mentre questo bambino scriveva, tu cosa facevi?” Lei mi rispondeva “Parlavo con la mia compagna, no!” Come se fosse normale, per poi scoprire che si raccontavano il cartone animato delle Winx o frivolezze simili.
Ma, al posto di far notare le debolezze dei bambini, cari insegnanti, perchè non suggerite come farli migliorare? Anche perchè, a furia di sentirmi dire che mia figlia era disattenta o disinteressata, alla fine della terza abbiamo capito (grazie all’ASL locale) che era DSA.
Mia figlia dev’essere incentivata in continuazione, sia a scuola sia a casa. Anche se non ha nessuno con cui parlare, si perde nei suoi pensieri: ha un’attenzione molto scarsa. Quindi mi ritrovo a fare la guardia giurata o la clessidra vivente, vicino a lei, tenendole il tempo e spronandola mentre studia. Non mi chiede di aiutarla, sia chiaro, ma io lo faccio volentieri, più che altro per riportarla con lo sguardo sul quaderno. Cerco di rendermi utile, ma senza sostituirmi alla maestra.
Parlando di compiti, ha senso che ne vengano assegnati durante la settimana, o ancora peggio durante le vacanze, in così grande quantità? A noi non sembrano cose difficili, ma a loro si!
Nel 1969, l’allora ministro dell’Istruzione Mario Ferrari Aggradi, ebbe un occhio di riguardo per i giovani studenti costretti a trascorrere i fine settimana sui libri ed appose la propria firma a una circolare ministeriale che diceva “In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo…” ritenendo che “il tempo libero può avere una funzione estremamente educativa e rappresenta momenti in cui i giovani possono dedicarsi ad attività ricreative, artistiche, sportive che concorrono alla crescita e alla formazione dell’individuo. Vanno inoltre preservati quegli spazi, nel fine settimana, che rappresentano spesso uno dei rari momenti di incontro senza impegni tra genitori e figli.” Parole sante!
La disposizione del Ministero chiariva anche che per “rendere più completa e integrata l’azione educativa della scuola” gli insegnanti devono pertanto evitare di fissare interrogazioni o verifiche in classe nel giorno successivo a un festivo, fatte salve rare eccezioni (periodo di scrutini o materie particolari).
In effetti, mia figlia fa ginnastica dopo scuola due volte alla settimana e una volta va in piscina, per fare un po’ di movimento che contrasta il restare seduta a scuola tutto il giorno, ma quando torna e deve ancora fare i compiti spesso va a dormire alle 23! Per non parlare del venerdì sera e del sabato mattina, o alle vacanze estive o di Natale. Capisco che la mente debba rimanere in allenamento, ma non esageriamo!
Voi cosa ne pensate? Aiutate i vostri bambini a fare i compiti?
Io ho drasticamente ridotto le attività extrascolastiche, altrimenti non riescono mai a combinare con i compagni per dedicarsi al gioco e ad una sana perdita di tempo che a quest’ età e’ fondamentale e ho notato che c’è stato un miglioramento nei compiti. Poi dipende anche in parte dal carattere dei bambini.
Il mio piu’ piccolo fa i compiti subito e cerca di toglierseli il più velocemente possibile per poi giocare. Il più grande ancora in 5a elementare si riduce sempre all’ultimo e talvolta occorre mercanteggiare per far sì che concluda qualcosa… Insomma formule magiche non ce ne sono. Il guaio è che così piccoli trascorrono troppo tempo a scuola, a mio avviso
A volte, comunicare ai genitori i punti di minor forza dei loro figli serve proprio a compiere il primo passo per migliorarli (parola di insegnante), anche se capisco che può scalfire l’autostima degli stessi genitori (parola di mamma)…
I compiti, spiacente far parte della scuola di pensiero “pro”, ma sono un rinforzo e un potenziamento necessari alla lezione che li ha preceduti, nonchè una verifica per l’insegnante sul “se” procedere con un nuovo argomento o soffermarsi ancora sullo stesso: sono come una cartina tornasole, un veicolo di feedback importantissimi.
Io non ne assegno tantissimi per mia natura (e mi capita di essere incoraggiata a farlo dai genitori delle mie classi, invece!); ma consiglio sempre di farli eseguire subito dopo pranzo (o, nel tuo caso, non appena rientra da scuola) perchè la mente è meno esausta della sera, soprattutto se il fisico è stato sottoposto ad attività sportive.
Sul citare i Ministri, passati e presenti, personalmente la mia opinione è che nessuno di loro ha mai lavorato in una classe, e l’ultima volta in cui vi hanno messo piede è stato il giorno del loro esame di Stato, da alunni! I legislatori non vivono nemmeno di striscio l’operato didattico, lo regolamentano “soltanto”…
Però continuo a non capire perchè vengano accentuati i difetti e non consigliate delle soluzioni!
Sono consapevole del fatto che mia figlia si distragga e non sia la più veloce del West, ma esisterà un modo per migliorare la situazione? Anche ieri l’ho scritto sul diario … vediamo cosa risponeranno le insegnanti!
Oltretutto la bambina non lo fa per sfida o per indolenza, è così di carattere, quindi queste note contribuiscono solo ad avvilirla!
Noi siamo in una scuola a modulo che obera i bambini (Matteo è in prima) di compiti.
Spesso hanno ben tre materie. Servono due ore e a volte di più per finirli tutti.
Quando sono malati vanno comunque svolti.
Mio figlio ha avuto la scarlattina la settimana scorsa. Io gli ho fatto fare i compiti ugualmente. Solo che siccome non stava in piedi non gli ho fatto colorare le schede. Beh, il giorno dopo sul quaderno non c’era scritto: bravo, ma colora. Bensì: non hai colorato!!!
Ma come? E’ malatissimo, io lo tengo in pari, lui fa i compiti anche se non si regge in piedi e tu gli scrivi solo il difetto?
Lui c’è rimasto molto male.
Io sono del partito che preferisce che a casa lavorino piuttosto che non facciano niente e poco, però secondo me un po’ di equilibrio non guasterebbe.
Certo che non guasterebbe… e, personalmente, se i miei alunni rimangono per dei giorni a casa per motivi di salute, sono la prima a chiudere un occhio e ad apprezzare l’interesse e l’impegno dei genitori che si prodigano per cercare di far recuperare i loro figli.
Relativamente alla soglia di attenzione, è vero:è soggettiva e innata, ma deve anche essere stimolata, educata e coltivata sia a casa (pian pianino, e sono convinta che -con il passare degli anni- poi finisca con il maturare da sè) sia a scuola (per esempio, vista la tendenza a distrarsi, io le dedicherei tempi diversi, più ristretti, e maggiori momenti di distrazione individuale -ma che non intacchino la concentrazione altrui); tuttavia, capisco anche che a casa si hanno mille cose da sbrigare e a scuola altre 25 persone a cui dar retta.
Come si diceva: bisognerebbe trovare un giusto equilibrio, o -almeno- provarci 🙂
Ridurre il più possibile le attività extrascolastiche (un’ora di sport, una DI catechismo e una di musica) e fare il più possibile dei compiti un’occasione di complicità e di comunicazione con i bambini. E poi si prova, si sbaglia, si indovina…. Ciao
Giuliana,
mentre leggevo le tue righe mi sembrava di leggere la descrizione di mia figlia di 11 anni, per filo e per segno. Ti ricordo che anche mia figlia è nata il 18 Maggio!!! Proprio così, mia figlia è ancora oggi una grande chiacchierona e sognatrice.
Ha pure preso qualche nota in prima elementare. Era sempre tra le ultime a finire… anche se poche volte a portato a casa i compiti da finire a casa.
I compiti venivano assegnati solo il mercoledì e venerdì, i giorni corti. E comunque non dovevano starci più di 30 minuti.
Quindi anche noi, le stavamo con il “fiato sul collo”. Ma secondo me, il grande lavoro lo aveva fatto la sua maestra Lorella, che in due anni l’ha ribaltata come un “calzino” e in seconda elementare andava alla grande. Lei aveva il polso fermo con lei, ma con dolcezza. Mia figlia, ancora oggi, anche se l’ha avuta per soli due anni, la adora! Tra l’altro come diceva la maestra Lorella, se si lavora bene in classe NON servono i compiti!
In terza elementare ha cambiato scuola perchè ci siamo trasferiti e l’abbiamo mandata alla scuola internazionale…dove esisteva molta libertà di “pensiero”… mia figlia si è nuovamente persa con i suoi pensieri e i sogni tra le nuvole, la lentezza ha di nuovo preso il sopravvento.
L’esperienza alla scuola internazionale è stata comunque indimenticabile, ma ogni tanto mia figlia andava riportata sulla retta via…
Ora con l’esperienza americana, mia figlia (in prima media) ha trovato una maestra come la sua maestra Lorella della prima elementare. Le prime settimane un disastro a scuola…3 ore, invece di 1 ora per i compiti, era la più lenta, si dimenticava i libri a scuola, mi stavo seriamente preoccupando. La maestra stava pensando di metterla nel gruppo di matematica un pò meno avanzato.
Ma ne abbiamo parlato e abbiamo resistito. E ha avuto una pagella con tutte A e B! E in inglese va alla grande…(questo per confermare il discorso sugli stranieri!).
Ma la pigriza di fondo e quella sua aria sognatrice resterà sempre, ma è una bimba sensibilissima e voluta bene da tutti! Come la tua, tu la vorresti diversa?
Il lavoro grosso, quando il bimbo è a scuola, spetta all’insegnante. E’ un lavoro molto faticoso, ma è il suo lavoro e anche un bimbo chiacchierone o distratto merita attenzione e cura e non sono i compiti da recuperare a casa che lo fanno diventare più attento in classe.
Dimenticavo: la maestra Lorella cambiava sistematicamente ogni settimana, i posti da sedere dei bimbi in classe, con compagni diversi, proprio per limitare le chiacchiere tra compagni.
Buonanotte!!
Linda
Cara Linda, anche la nostra maestra li cambia di posto, ma pare non abbia grande successo come iniziativa su mia figlia: socializza con tutti! Il che è un bene, per carità…;)
Ho capito, però, che il “problema” sta a priori, cioè non è tanto questione di lentezza, quanto più di disobbedienza, mi spiego: quando le si dice di fare qualcosa è talmente presa dai suoi pensieri che inizia dopo, per questo finisce anche dopo!!
Sono sicura che migliorerà, infatti è già migliorata negli anni della materna, cercherò di essere ottimista .. punzecchiandola!
Ci siamo anche noi, io e la mia Flavia!
L’altra mattina la maestra di matematica mi ferma e mi dice: “Come dobbiamo fare con Flavia???”
Ansia già di prima mattina!!!
Lo so che non è veloce, è una bambina allegra e gioviale le piace stare con tutti e per farlo ovviamente chiacchiera!!!!
Però io vedo che, nonostante non mi racconti molto della sua vita scolastica, apprende e sa svolgere da sola i compiti assegnati!
A proposito di compiti, anche se lei non ha il tempo pieno, piacerebbe anche a noi non dover svolgere i compiti il fine settimana e infatti ti vorrei ringraziare di vermi fatto conoscere questa legge del 1969, sicuramente la userò!!!
Sono comunque fiduciosa nelle capacità della mi piccola Flavia e mi auguro che le sue insegnanti riescano a capirla ed aiutarla!
Per quanto riguarda il cambio di posto con lei ha in parte funzionato e secondo me è una cosa positiva perchè consente ai bambini di conoscere meglio tutti i loro compagnetti!
Ciao.
Sembra ci sia in corso una vera e propria protesta da parte dei genitori riguardo i compiti a casa, non solo delle elementari, ma soprattutto delle medie. Forse a causa della riforma Gelmnini che ha aumentato le materie di studio!?
Ne parlerò in diretta su Rai Radio 1 domani, 8 dicembre, dalle 12,30 alle 13.
Salve,io ho una bimba di 6 anni che frequenta la prima elementare e nel mio paese è stato il primo anno ad usufruire del tempo pieno! La mia piccola si perciò in una classe “sperimentale” e le insegnanti con loro! Il fatto è che la mia piccola da quando hanno cominciato a scrivere in corsivo è diventata più lenta e non riesce mai a finire il testo scritto sulla lavagna;c’è anche da dire che lei nelle sue cose è lenta ma molto precisa… come posso aiutarla a migliorare e a diventare un pò più veloce????? Help!!!!
Ciao Luisa, ben venga le scuole/classi sperimentali! Invece da noi non esiste quasi più il modulo perchè le mamme sono talmente impegnate che richiedono tutte il tempo pieno!
Ti faccio l’esempio della mia bimba di 6 anni, che aveva iniziato molto a rilento e mi aveva fatto “preoccupare”: dopo le vacanze di Natale (durante le quali l’ho fatta leggere molto ed esercitare) c’è stata una svolta ed ora è diventata una delle più brave! I bambini hanno i loro tempi: è inutile affannarsi e cercare di sveltirli, magari a casa fate un po’ di esercizio ed invogliala a leggere, vedrai che migliorerà presto! Io le ho fatto prendere l’abitudine di leggere le storie alla sorellina e questo “gioco” piace a tutti! In bocca al lupo e tienimi aggiornata!
io non sono una mamma ma sono una studentessa che spesso e volentieri da ripetizione a ragazzi e bambini… e mi rivolgo alla mamma che ha scritto questo post… e dico come studentessa e aiuto compiti le posso dire che i compiti a casa sono essenziali per fissare i concetti, purtroppo la scuola( che è poi il lavoro per noi ragazzi) è dura ed è difficile ad ogni età e i profossori e i maestri danno i compiti nn per punire ma per aiutare! sta poi a noi a casa farli vivere ai bambini non come una punizione.. 🙂
[…] prime settimane di scuola significano una cosa: il ritorno delle serate di studio epiche. Ma questa volta, preparatevi a stupire i vostri piccoli geni con la vostra conoscenza […]